Fabio Massimo, Quinto

(275, † 203 a.C.). Generale e uomo politico romano. Questore (237, 236), console (233, 228), censore (230), fu eletto dittatore nel 221 e una seconda volta nel 217, dopo la battaglia del Trasimeno. In questa occasione attuò una strategia consistente nel lento logoramento delle truppe cartaginesi, atta a evitare in ogni modo le battaglie campali e dettata dall’evidente superiorità dell’esercito di Annibale, che gli guadagnò il titolo ingiurioso di Cunctator da parte di quei cittadini che non avevano colto la gravità della situazione. Dopo la disastrosa battaglia di Canne, fu nuovamente console nel 215, nel 214 insieme a Marco Claudio Marcello e nel 209. Grazie alla sua tattica, reintegrò il sistema di alleanze che Annibale aveva incrinato. Ritiratosi nel 208, perché ormai molto anziano, si schierò contro il progetto di Scipione che voleva portare la guerra in Africa, ritenendo Annibale ancora troppo pericoloso per uno scontro aperto. Soprannominato “lo scudo di Roma”, dopo aver ricoperto tutte le più importanti cariche – fu anche pontifex maximus dal 216 al 203 – morì l’anno precedente la vittoria di Scipione a Zama.