Eraclio I

(575, † Costantinopoli 641). Imperatore bizantino dal 610 al 641. Figlio di Eraclio, esarca d’Africa, si ribellò insieme al padre alla tirannide dell’imperatore Foca. Giunto a Costantinopoli lo detronizzò e mise a morte, quindi venne incoronato imperatore dal patriarca Sergio. Di fronte alle offensive sempre più incalzanti dei persiani, che erano arrivati a saccheggiare Gerusalemme, tentò tre sfortunate spedizioni tra il 612 e il 617. Nel 622 riprese l’offensiva: attraverso la Cappadocia e l’Armenia giunse in territorio persiano, dove sconfisse l’esercito di Cosroe II (623). Dopo altri successi, nel 626 dovette rientrare a Costantinopoli, assediata dagli avari. Sventata con successo questa minaccia, riprese la campagna contro i persiani che sconfisse presso Ninive (629). Con il successivo trattato di pace, impose la restituzione di tutti i territori bizantini occupati dai persiani dopo il 604. Per consolidare l’impero dal punto di vista militare ed economico-sociale, sviluppò un’importante riforma della proprietà terriera. Divise il territorio dell’impero in distretti chiamati temi, all’interno dei quali assegnò ai soldati dei fondi. In questo modo limitò la diffusione del latifondo e incrementò la colonizzazione di terre incolte, riuscendo nello stesso tempo a garantirsi la formazione di un forte e fedele esercito senza gravare direttamente sulle casse dello stato. Nonostante queste riforme, non riuscì però a contrastare il nuovo pericolo che minacciava l’impero bizantino: gli arabi, che a partire dal 634 avviarono l’occupazione della Siria e dell’Egitto. Sul piano religioso, tentò di favorire la conciliazione tra ortodossi e monofisiti, appoggiando il monotelismo.