Enrico IV

(Pau 1553, † Parigi 1610). Re di Navarra dal 1572 e re di Francia dal 1589 al 1610, fondatore della dinastia dei Borbone. Figlio di Antonio di Borbone e di Giovanna d’Albret, educato dalla madre nella fede calvinista, nel 1569 divenne capo degli ugonotti. Nel 1572 ereditò il regno di Navarra dalla madre e sposò Margherita di Valois, sorella del re di Francia Carlo IX, sfuggendo al massacro della notte di San Bartolomeo. Dopo essere passato brevemente al cattolicesimo (1572-76), si pose di nuovo alla guida degli ugonotti. Divenuto nel 1584 erede presuntivo alla corona di Francia, nel 1585 fu scomunicato da Sisto V nell’intento di impedirgli l’accesso al trono. Dovette allora difendere il suo diritto alla successione affrontando una nuova guerra civile scatenata dal partito cattolico guidato da Enrico di Guisa (la “guerra dei tre Enrichi”). Ottenuto l’appoggio di Enrico III (che il 30 aprile 1585 lo designò suo successore), alla morte di questi riuscì a imporre la sua autorità grazie ai successi militari (vittorie di Coutras, 1587, di Arques, 1589 e di Ivry, 1590), all’impopolarità della Lega (manifestamente succube delle ambizioni del re di Spagna Filippo II) e all’abiura del protestantesimo (23 luglio 1593). Il 22 marzo poté quindi entrare a Parigi, dando inizio al periodo in cui esercitò effettivamente il suo potere regio. Grande statista, avvalendosi anche dell’opera di collaboratori quali il Sully, riuscì sostanzialmente a realizzare l’opera di ricostruzione interna in una Francia stremata da più di trent’anni di guerre civili. Procedette dapprima a scongiurare definitivamente la minaccia della Lega e a liberare il paese dalla presenza delle truppe spagnole (pace di Vervins, 1598). Nella consapevolezza che la soluzione del problema religioso fosse la condizione fondamentale per il successo dell’opera di pacificazione interna, il 13 aprile 1598 concesse l’editto di Nantes con il quale si garantiva ai protestanti la libertà di culto, l’uguaglianza dei diritti civili e il possesso di un centinaio di fortezze pur nel quadro di uno stato cattolico. Nel 1600 sposò Maria de’ Medici. Il contesto di pace creatosi dopo la promulgazione dell’editto di Nantes permise al suo ministro Sully di avviare con successo il risanamento economico. Forti furono invece le resistenze incontrate dal sovrano nel suo pur energico tentativo di rafforzare l’autorità della corona e di ridimensionare il ruolo dell’aristocrazia, degli Stati generali e dei parlamenti (soprattutto quello di Parigi). Il potere della grande nobiltà (che lo stesso sovrano aveva dovuto remunerare generosamente per conquistarne l’appoggio durante la guerra civile), l’ingombrante presenza ugonotta, e la diffusione della venalità delle cariche (la paulette venne istituita nel 1604) con il conseguente indebolimento della struttura amministrativa furono i limiti oggettivi che incontrò Enrico IV nella realizzazione del progetto assolutistico. In politica estera negli ultimi anni del suo regno assunse un indirizzo apertamente antiasburgico, ma i suoi progetti di guerra furono interrotti dalla morte, avvenuta il 14 maggio 1610 per mano del frate Ravaillac.