Enrico III

(Winchester 1207, † Westminster 1272). Re d’Inghilterra dal 1216 al 1272. Figlio di Giovanni Senza Terra e di Isabella d’Angoulême, regnò fino al 1232 – anno in cui prese a esercitare effettivamente il potere – sotto la protezione del papato e il controllo prima del conte di Pembroke, poi di Hubert de Burgh, che nel 1230 fu messo sotto accusa in relazione alla fallimentare campagna intrapresa in Bretagna e Guascogna al fine di riconquistare parte dei territori francesi – un’impresa più volte ritentata, sempre senza successo, anche negli anni successivi. Enrico III non rispettò la Magna Charta e regnò con parzialità e favoritismi nei confronti dei parenti della moglie Eleonora di Provenza. Ciò causò un diffuso risentimento e una prima insurrezione dei baroni, alla quale partecipò anche il principe ereditario Edoardo, che si concluse con l’emanazione delle Provisions of Oxford (1258) e delle Provisions of Westminster (1259), le quali decretavano l’espulsione degli stranieri e la formazione di un consiglio di baroni inteso a limitare i poteri del sovrano. Tali concessioni furono annullate nel 1261 grazie a una pronuncia del papa Urbano IV e all’appoggio di Luigi IX. Da qui la guerra dei baroni (1261-65) che, guidati da Simone di Montfort, vinsero a Lewes (1264) facendo prigioniero il re e costringendolo a riconfermare la Magna Charta; nello stesso tempo, al principio del 1265, essi convocarono un parlamento in cui furono rappresentati per la prima volta anche i ceti borghesi. I baroni vennero poi sconfitti a Evesham (1265), dove Simone di Montfort fu ucciso, e si arrivò al Dictum of Kenilsworth (1266) con cui il re si obbligò in ogni caso a riconoscere i diritti prima ricusati. Dal 1267 Enrico governò attraverso Edoardo. Sebbene travagliato, il suo regno conobbe, accanto a un notevole incremento delle attività economiche, anche importanti progressi culturali (con l’apporto di Roberto Grossa Testa e Ruggero Bacone) e artistici (furono edificate la cattedrale di Salisbury e l’abbazia di Westminster).