Elam

Con questo termine si indicano l’antica regione iraniana a est del Tigri inferiore, ma anche lo stato antico costituitosi in questo territorio e che estese poi il suo controllo su tutta la regione iranica.

  1. La fase pre-dinastica
  2. La fase medio-elamica (XII-IX secolo a.C.)
  3. Il regno neo-elamico (VIII-VII secolo a.C.)
  4. La civiltà elamica
1. La fase pre-dinastica

Dopo la fase delle città-stato (fra le quali ebbero una certa importanza Simash, Kimash, Nagiti, Awan, Lyan), una prima forma di relativa unificazione politica dell’area iranica venne avviata, intorno alla metà del III millennio a.C., dai sovrani di Anshan e di Susa, che imposero la propria egemonia sulle altre realtà locali. Tuttavia, prima del XII secolo a.C., quando si affermò il regno medio-elamico e questa civiltà raggiunse il suo apogeo, gli elamiti tentarono più volte di assumere il controllo della bassa Mesopotamia. Alla fine del XXIII secolo a.C. il sovrano Puzur-Inshushinak riuscì a sottrarre al re di Akkad il titolo di “re delle quattro parti del mondo”, a testimonianza dell’importanza che gli veniva riconosciuta sul piano politico-territoriale. Durante il periodo neo-sumerico l’Elam ritornò tuttavia per circa un secolo sotto l’egemonia mesopotamica, alla quale si sottrasse definitivamente intorno al 2004 a.C. Verso la metà del XIV secolo a.C. esso divenne, insieme al regno cassita babilonese e al regno medio assiro, una delle principali realtà della Mesopotamia e del Medio Oriente.

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2. La fase medio-elamica (XII-IX secolo a.C.)

Nel XII secolo a.C. Susa divenne la capitale del regno elamico. I suoi sovrani riuscirono a inserirsi nella lotta per il predominio in Mesopotamia e a conquistare Babilonia nel 1160 a.C., riducendola alla condizione di stato vassallo (anche se non riuscirono a consolidarne il possesso). Il regno medio-elamico raggiunse il culmine della sua potenza sotto il sovrano Shilkhak-In-Shushinak (1140-1120 a.C.) cui venne attribuito il titolo di “ampliatore dell’impero” per l’impegno profuso nell’espansione territoriale verso ovest. Fu allora conquistata la zona fra la catena degli Zagros e il Tigri, quella della Diyala, di Yalman e di Kirkuk, mentre anche l’Assiria subiva una forte riduzione del proprio territorio. Il re si distinse anche per un’importante attività edilizia (concentrata soprattutto nella capitale), e per la cura dedicata all’apparato celebrativo. Dopo la sua morte, tuttavia, divenne sempre più difficile mantenere il controllo della Mesopotamia, dove gli assiri e soprattutto Nabucodonosor I di Babilonia riuscirono a scalzare gli elamiti. Un secondo intervento del sovrano babilonese portò poi al crollo del regno medio-elamico come potenza regionale e al suo declino fra il IX e l’VIII secolo a.C.

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3. Il regno neo-elamico (VIII-VII secolo a.C.)

La rinascita dell’Elam avvenne presumibilmente a partire dall’VIII secolo a.C., quando sull’altopiano iranico trovarono un primo assestamento i rapporti fra le popolazioni indoeuropee che vi erano giunte di recente e gli elamiti. Fu questo il periodo dei regni di Khumbanigash I (742-17 a.C.), di Shutruk-Nakhunte II (717-699 a.C.) e Khallutash-Inshushinsk (699-93 a.C.), contemporanei i primi due dell’assiro Sargon II, il terzo di Sennacherib, con i quali si impegnarono in un lungo contrasto per il controllo della Mesopotamia meridionale e di Babilonia. La lotta degli elamiti contro gli assiri continuò fino al primo decennio del VII secolo a.C., quando la battaglia di Khalulê segnò una pausa di circa venticinque anni nel confronto militare fra i due stati. Seguì, intorno al 665 a.C., la ripresa dell’attività bellica, che ebbe ancora alterne vicende fino all’offensiva di Assurbanipal culminata con l’occupazione dell’Elam nel 646 a.C. e con la distruzione della sua capitale. Del crollo elamico approfittarono poi i medi e i persiani.

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4. La civiltà elamica

Gli elamiti facevano parte, come gli hurriti, di una fascia linguistica intermedia fra le popolazioni di lingua semitica e quelle di lingua indoeuropea. Sul piano politico lo stato, pur trovando il proprio vertice nel sovrano, ebbe una struttura poco accentrata rispetto alle grandi monarchie mesopotamiche assiro-babilonesi e, dunque, strutturalmente fragile. Notevole importanza ebbero nella società la famiglia allargata e la donna. La stessa trasmissione del potere avveniva dapprima in linea matriarcale, quindi di fratello in fratello e solo da ultimo di padre in figlio. In campo religioso, in un primo tempo gli elamiti furono probabilmente zoolatri; in seguito però, anche per l’influenza sumerica e babilonese, assunse grande rilevanza il culto delle divinità astrali. Particolarmente significativi furono i risultati raggiunti nell’edilizia (con l’impiego del mattone cotto), nella metallurgia, nella ceramica e nella tessitura, arti attraverso le quali gli elamiti espressero notevole raffinatezza e gusto per l’ostentazione della ricchezza (elemento che fu poi anche tipico del gusto persiano).

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