Durkheim, Emile

(Epinal, Lorena, 1858, † Parigi 1917). Sociologo francese. Opere principali: La divisione del lavoro sociale (1893), Le regole del metodo sociologico (1895), Il suicidio (1897), Le forme elementari della vita religiosa (1912), L’educazione morale (1925). Fu da molti considerato il fondatore della sociologia scientifica, per la sua scelta di trattare i fenomeni sociali come “cose” da indagare con metodo rigorosamente oggettivo. Convinto che ogni società abbia una coscienza collettiva, formata da credenze e sentimenti comuni, distinse due forme di solidarietà che garantiscono la coesione sociale. La prima, definita solidarietà meccanica, è tipica delle epoche primitive, in cui non si è ancora realizzata la differenziazione dei ruoli, per cui anche le coscienze individuali sono simili (nel sentire, nel credere); la seconda, definita organica, presuppone la divisione del lavoro e la conseguente differenziazione delle coscienze individuali. Asserì che ogni società ha una religione, intesa non necessariamente come credenza in un Dio trascendente, ma come adorazione, spesso inconsapevole, della società che protegge e da cui si dipende, e come insieme di valori condivisi che rafforzano la coesione sociale. Sostenne la funzione fondamentale dell’educazione nella trasmissione di tali valori alle nuove generazioni, per cui la coscienza individuale può essere in larga misura considerata un prodotto sociale. Analizzò le disfunzioni nel rapporto individuo-società che sono alla base di patologie quali il suicidio. Tra le diverse cause del suicidio sottolineò l’anomia, il senso di una mancata integrazione sociale, molto diffuso nella società moderna, individualistica e competitiva.