droga

Sono comprese sotto il termine generico di “droghe” talune sostanze tossiche di origine vegetale o sintetica, le quali agendo sul sistema nervoso alterano il corpo e la mente di un individuo e generano assuefazione, inducendo in chi le assume il bisogno di quantità crescenti per ottenere l’effetto iniziale e uno stato di dipendenza psicofisica che si manifesta in gravi crisi di astinenza qualora il consumo venga interrotto. L’uso e il consumo di droghe o di sostanze allucinogene è un fenomeno che si ritrova in molte società e culture tradizionali. Esso è restato però, fino a tempi recenti, circoscritto a determinate aree geografiche e inserito in contesti sociali e culturali specifici che hanno agito da freno alla sua diffusione, limitandolo a eventi e situazioni eccezionali (pratiche magiche, cerimoniali religiosi, condizioni di vita particolarmente gravose). È soltanto a partire dal XIX secolo che i vincoli sociali alla produzione, al commercio e al consumo delle droghe cominciano ad allentarsi, interessando aree sempre più vaste. Il problema si è imposto con forza all’attenzione dei governi verso la metà del XX secolo allorché il consumo dalle aree del sottosviluppo (in Cina nel 1949 esistevano circa 20 milioni di oppiomani o eroinomani regolari) si è esteso a quelle dello sviluppo e dalle minoranze emarginate dei ghetti urbani a strati sempre più ampi di giovani del ceto medio. Gli Stati Uniti, il paese più colpito, furono i primi a introdurre una legislazione proibizionistica e a punire sia il possesso, sia la produzione e il commercio delle sostanze dichiarate illegali. Tali misure, adottate in seguito nella maggior parte dei paesi industrializzati, si sono rivelate però largamente inefficaci. La messa al bando di tali sostanze per la loro nocività ha determinato l’insorgere di una diffusa criminalità sia dal lato della domanda – spingendo il tossicodipendente a procurarsi con qualsiasi mezzo sul mercato illegale la dose di droga che gli è necessaria – sia dal lato dell’offerta – divenuta appannaggio di grandi organizzazioni internazionali (come le potenti mafie americana, italiana, turca, cinese o i narcotrafficanti centroamericani) le quali, attraverso il monopolio di un mercato che ha assunto dimensioni mondiali, controllano ormai flussi ingentissimi di denaro e sono in grado di condizionare settori importanti dell’economia e, in alcuni casi, della politica di interi paesi. Per sconfiggere quella che è diventata una vera e propria “piaga” sociale di dimensioni mondiali sono oggi allo studio, e in alcuni casi in via di sperimentazione, strumenti alternativi a quelli repressivi.