domenicani

Ordine religioso mendicante. L’Ordine dei predicatori (Ordo praedicatorum), di regola agostiniana, fu fondato nel 1206 dallo spagnolo Domenico di Guzmán, da cui l’appellativo di domenicani, e approvato da Onorio III nel 1216. Un secondo ordine fu fondato, sempre da S. Domenico, per le donne e reclutò suore celebri come S. Caterina da Siena (XIV secolo). Sorto in un periodo di grande diffusione di sette e idee eretiche, l’ordine domenicano si propose di combatterle soprattutto sul piano dottrinale. Di qui l’intenso impegno dei suoi frati nello studio e nella predicazione e la presenza dell’ordine nelle più prestigiose università europee (Parigi, Oxford, Padova). Nel 1231 l’impegno nella lotta all’eresia fu riconosciuto e intensificato dalla gerarchia ecclesiastica con l’affidamento all’ordine dell’istituto dell’Inquisizione. Nel XIV secolo fu assegnata a domenicani la carica di maestro del Sacro Palazzo, cioè la consulenza teologica del papa. Furono domenicani alcuni tra i maggiori intellettuali della scolastica del XIII secolo, come i filosofi Alberto Magno e Tommaso d’Aquino, la cui filosofia (il tomismo) divenne la dottrina ufficiale dell’ordine e poi della stessa chiesa. Dopo il periodo di decadenza e corruzione della “cattività” avignonese, i domenicani ebbero un ruolo importante nella rigenerazione morale della chiesa (S. Caterina) e della società (Savonarola). Si distinsero per moderazione e rispetto della dignità umana nelle missioni per l’evangelizzazione degli indios (Bartolomeo de Las Casas). L’opera del Beato Angelico testimonia la loro presenza e influenza anche nel mondo dell’arte. La vasta cultura assicurò all’ordine un posto di rilievo nell’età della Controriforma. Una temporanea decadenza si ebbe con la Rivoluzione francese e con la politica di smantellamento dei privilegi ecclesiastici perseguita dai vari stati nel XIX secolo. Molti conventi furono soppressi. Nella cultura e in intellettuali di prestigio come Lacordaire l’ordine trovò le ragioni della propria sopravvivenza nel mondo contemporaneo.