dispotismo orientale

Nel concetto di “dispotismo orientale” si espresse attraverso tutto il pensiero politico occidentale l’idea che fuori dall’Europa esistesse in modo tipico una forma di governo nel quale il potere non è limitato dalle leggi e in cui il rapporto tra il sovrano e i sudditi si configura come un rapporto tra padrone e schiavi. Aristotele considerò la monarchia “legale, dispotica ed ereditaria” come la forma pura della monarchia, tipica dei popoli barbari asiatici i quali, a differenza dei greci, l’accetterebbero volontariamente in quanto conforme al loro carattere e alla loro natura. Ad Aristotele si può far quindi risalire l’origine del concetto. La categoria del dispotismo orientale rimase viva nel medioevo, tra gli altri in Tommaso d’Aquino e in Marsilio da Padova, che ripresero la posizione di Aristotele. Per Machiavelli l’impero turco esemplificava il dispotismo orientale. Secondo Jean Bodin la monarchia dispotica extraeuropea è lecita se si esercita su popolazioni conquistate con una guerra giusta. Per il pensiero politico dell’Illuminismo il dispotismo orientale rappresentò anche un modello polemico negativo, attraverso il quale fu criticata la politica europea dell’assolutismo. Per Montesquieu l’impero cinese è il prototipo del dispotismo orientale che soffoca ogni energia umana nell’arretratezza e nell’impossibilità del progresso. Nelle Ricerche sull’origine del dispotismo orientale (1762) Boulanger sostenne che la teocrazia, cioè il potere di una classe di sacerdoti, era all’origine del dispotismo in Asia. La critica di Anquetil-Duperron nella Legislazione orientale (1778) alla congruenza tra dispotismo e istituzioni politiche in Asia fu poco recepita. La categoria superò la crisi del pensiero illuministico, accentuando la propria caratteristica di sublimazione dell’eurocentrismo. Hegel utilizzò la nozione di dispotismo orientale per descrivere la Cina e l’India come paesi nei quali “uno solo è libero” e che perciò si pongono fuori dalla storia. La staticità attribuita ai paesi dominati dal dispotismo orientale fu poi interpretata in termini di modo di produzione da Marx e così fu ribadita in seguito. In età contemporanea l’idea di un governo dispotico tipico dei paesi asiatici contrapposti in questo all’Europa e all’America è stata ripresa da Wittfogel, in una prospettiva di studio dei sistemi burocratici e dei modi di organizzazione sociale (Il dispotismo orientale, 1957).