Diderot, Denis

(Langres 1713, † Parigi 1784). Illuminista francese. Giunto a Parigi come scrittore sconosciuto, emerse rapidamente come uno degli spiriti più liberi e versatili della cultura settecentesca e dell’Illuminismo. Nel 1747 assunse insieme a d’Alembert l’incarico di coordinare la pubblicazione dell’ Encyclopédie. A questa impresa ventennale fu in gran parte legata per i contemporanei la fama di Diderot. Alla sua tenacia e alla sua fiducia nel valore civilizzatore dell’Encyclopédie si devono l’ampiezza degli interessi che vi furono espressi, l’impostazione risolutamente razionalista e secolare e la conclusione stessa dell’opera nel 1765, a dispetto delle forti opposizioni di settori del governo monarchico e delle istituzioni ecclesiastiche. Contemporaneamente Diderot si segnalò per le opinioni materialiste manifestate nella Lettera sui ciechi (1749), a causa delle quali fu imprigionato per tre mesi a Vincennes. Da allora gran parte dei suoi scritti fu affidata alla circolazione manoscritta e riservata. Dal deismo degli anni Quaranta Diderot passò a sostenere un originale ateismo vitalistico che fu il motivo centrale de Il sogno di d’Alembert del 1769 (pubblicato postumo nel 1830): per Diderot c’è continuità tra la materia, la vita e la coscienza e il mondo è un incessante compenetrarsi di vita e di morte. L’interesse per le arti e la letteratura portò Diderot a occuparsi di critica teatrale, d’arte figurativa, di musica, di narrativa moralistica e pornografica. Ne Il nipote di Rameau (composto verosimilmente tra il 1762 e il 1774 e pubblicato postumo nell’originale francese nel 1821), atto d’accusa contro la corruzione della società francese nel suo insieme, e in Giacomo il fatalista (concepito nel 1771 e dato alle stampe per un pubblico d’élite tra il 1778 e il 1780) sperimentò tecniche narrative fortemente innovative. Il contatto con il potere assoluto durante un viaggio nella Russia di Caterina II nel 1773-74 e la delusione per il fallimento delle riforme in Francia indussero Diderot al pessimismo sulle prospettive di una riforma politica della monarchia francese. Nei suoi contributi alla Storia delle due Indie (1770-80) di Raynal difese il diritto alla resistenza armata contro l’oppressione e condannò il dispotismo illuminato come la peggior forma di governo.