De Sanctis, Francesco

(Morra Irpina, Avellino, 1817, † Napoli 1883). Critico e letterato italiano. Formatosi a Napoli, dove iniziò a insegnare dal 1848, fu arrestato nel 1850 per aver partecipato all’insurrezione napoletana del 1848. Scontati tre anni di prigione, si recò in esilio a Torino. In questo periodo continuò gli studi letterari e filosofici, lavorando in particolare sull’estetica di Hegel. Nel 1856 si trasferì a Zurigo per insegnare al Politecnico. Tornato in Italia nel 1860 fu eletto deputato nelle file della Destra. In seguito fu ripetutamente ministro della Pubblica istruzione (1861-62; 1878 e 1879-81) e assunse nel frattempo una posizione politica sempre più radicale, passando alla Sinistra. Tra le sue numerose opere spicca la Storia della letteratura italiana (1870-71), un capolavoro della critica letteraria romantica italiana fortemente segnato dallo spirito risorgimentale e teso a cogliere nello sviluppo della civiltà letteraria nazionale il progressivo affermarsi degli ideali etici di libertà e indipendenza. Rilevanti sono inoltre i Saggi critici del 1866 e i Nuovi saggi critici del 1872, nonché le lezioni universitarie pubblicate postume da B. Croce, tutte animate dalla stessa tensione civile e patriottica.