Depretis, Agostino

(Mezzana Corti, Pavia, 1813, † Stradella 1887). Uomo politico italiano. Dopo una giovanile adesione alle idee mazziniane, nel 1848, nel parlamento subalpino, si avvicinò alle posizioni del centrosinistra di Urbano Rattazzi e di Angelo Brofferio. Inizialmente ostile a Cavour, del quale criticò la spedizione in Crimea (1855), si avvicinò progressivamente alla monarchia, che nel 1859 lo nominò governatore a Brescia liberata e nel 1860 prodittatore in Sicilia (durante la spedizione dei Mille), dove cercò, in polemica con Crispi, di favorire l’annessione immediata al regno di Sardegna. Fu più volte ministro nei governi della Destra storica (Rattazzi 1862, Ricasoli 1866). Diventato leader della Sinistra storica dopo la morte di Rattazzi (1873), nel discorso di Stradella del 1875 espose il proprio programma, fondato sui valori della laicità e dell’anticlericalismo, sulla lotta all’analfabetismo, il decentramento amministrativo, l’ampliamento della base elettorale e la riforma fiscale (a vantaggio dei ceti meno abbienti). Nel 1876, con la “rivoluzione parlamentare”, divenne capo del governo, carica che conservò, salvo due interruzioni, fino alla morte. Per rafforzare il proprio potere, aprì la maggioranza governativa ai membri della Destra, inaugurando la pratica del trasformismo, fondata spesso su scambi di favori, corruzione, clientelismo. Accentrò nelle proprie mani la presidenza del Consiglio e i ministeri chiave degli Interni e degli Esteri. Realizzò solo in parte il programma originario, con la legge Coppino (1877) sull’istruzione elementare, l’abolizione della tassa sul macinato (1879) e la riforma elettorale (1882). Favorì lo sviluppo industriale e la cerealicoltura nazionale con una politica protezionistica, che però penalizzò l’agricoltura meridionale rivolta all’esportazione. In politica estera concluse il trattato della Triplice Alleanza con Germania e Austria-Ungheria (1882), per sottrarre l’Italia dall’isolamento internazionale, reprimendo le proteste degli irredentisti. Inaugurò inoltre la politica coloniale italiana, con l’acquisto della baia di Assab da parte della compagnia Rubattino (1882) e la conquista di Massaua (1885). Poco prima della sua morte l’avventura italiana in Africa subì una battuta d’arresto con la sconfitta di Dogali (1887).