Demostene

(Atene 384, † isola di Calauria, Argolide, 322 a.C.). Oratore e uomo politico ateniese. Acerrimo avversario di Filippo II di Macedonia (fra il 350 e il 340 compose le tre Filippiche e le tre Olintiache), nel 346 giudicò opportuno accettare temporaneamente la pace con Filippo. Su iniziativa sua e di Iperide nel 340 fu organizzata la lega panellenica antimacedone. Nominato sovrintendente alla flotta, promosse la riforma della trierarchia e ottenne che il denaro del teorico (la cassa statale in cui confluivano tutte le eccedenze finanziarie) fosse destinato a finanziare la guerra, per la quale ricevette aiuti anche dalla Persia. Promosse l’alleanza fra Atene e Tebe contro Filippo, convincendo gli ateniesi a non partecipare alla guerra sacra contro Anfissa. Combatté nel 338 nella battaglia di Cheronea e indusse gli ateniesi a ricostruire le mura della città e a continuare la lotta contro il sovrano macedone. Incaricato di sorvegliare l’amministratore di Alessandro Magno, Arpalo, quando questi fuggì dal carcere con metà del denaro che gli era stato fatto depositare sull’acropoli fu accusato di corruzione, condannato e imprigionato. Riuscito a fuggire, andò in esilio a Egina e poi a Trezene. Nel 323, alla morte di Alessandro, rientrò trionfalmente ad Atene e si pose ancora alla guida del partito antimacedone. Nel 322, dopo la sconfitta subita a Crannone dai confederati greci a opera delle forze macedoni, venne condannato a morte: riuscì a fuggire da Atene, ma si uccise nel tempio di Poseidone dell’isola di Calauria prima di cader vittima dei sicari di Antipatro.