De Gasperi, Alcide

(Pieve Tesino, Trento, 1881, † Sella di Valsugana, Trento, 1954). Uomo politico italiano. Suddito dell’impero austroungarico fino al 1918, come parlamentare del Partito popolare trentino (dal 1911) rivendicò per il popolo del Trentino parità di diritti e salvaguardia dell’identità linguistica e culturale. Dopo l’annessione del Trentino all’Italia, aderì al Partito popolare italiano fondato da Luigi Sturzo (1919), diventandone il segretario nel 1924. Seguì le oscillazioni del suo partito nei confronti del fascismo, votando la fiducia al governo Mussolini nel 1922, ma diventandone in seguito fermo oppositore (fu tra gli artefici della secessione dell’Aventino). Negli anni della dittatura, dopo aver scontato oltre un anno di carcere (1927-28), si rifugiò in Vaticano. Tra i fondatori della Democrazia cristiana nel 1943, fu membro del CLN e ministro dei governi Bonomi (1944) e Parri (1945). Diventò quindi presidente del Consiglio (dicembre 1945) e operò una svolta moderata rispetto al governo precedente, ponendo fine all’epurazione del personale fascista dall’amministrazione dello stato. Nell’Assemblea costituente sostenne l’inserimento del Concordato con la chiesa cattolica nella costituzione. Dopo un viaggio negli Stati Uniti, nel clima della guerra fredda estromise le sinistre dal governo anche per non compromettere i finanziamenti del piano Marshall (1947). La linea anticomunista e filoamericana fu premiata dal successo alle elezioni politiche del 18 aprile 1948, che consentì a De Gasperi di avviare la fase politica del centrismo. De Gasperi diresse tutti i tre governi della prima legislatura (1948-53), mediando tra le posizioni conservatrici e riformiste della coalizione quadripartita (DC, PRI, PSDI, PLI) e conciliando l’anticomunismo con un cauto “riformismo dall’alto”, che si tradusse nella riforma agraria (1950) e nell’istituzione della Cassa per il Mezzogiorno (1950). Sostenitore dell’unità europea, sia in funzione antisovietica, sia perché convinto dell’inadeguatezza degli stati nazionali nel contesto politico ed economico del mondo contemporaneo, aderì alla fondazione della Comunità Europea per il Carbone e per l’Acciaio (CECA, 1951) e ne fu il primo presidente. Nel 1952 si oppose al tentativo di Sturzo di coalizzare la DC con la destra monarchica e neofascista nelle elezioni amministrative romane. Il fallimento del tentativo della lista del quadripartito di ottenere la maggioranza assoluta alle politiche del 1953, godendo del premio di maggioranza previsto dalla “legge truffa”, determinò la crisi del centrismo e il ritiro di De Gasperi dalla vita politica.