Danton, Georges Jacques

(Arcis-sur-Aube 1759, † Parigi 1794). Uomo politico francese. Figura fra le più controverse della Rivoluzione francese, avvocato noto per le grandi capacità oratorie, nell’aprile 1790 fondò con Camille Desmoulins il club dei cordiglieri, dimostrandosi uno straordinario tribuno delle masse. Repubblicano, nel luglio 1791 si rifugiò a Londra riuscendo così a evitare l’arresto durante la repressione condotta dalle forze moderate (culminata il 17 luglio nell’eccidio del Campo di Marte). Arrestato nel settembre 1791 ma presto amnistiato, nel novembre dello stesso anno divenne amministratore del dipartimento della Senna e in dicembre fu nominato secondo sostituto procuratore della Comune di Parigi. Ministro della Giustizia dall’11 agosto 1792, si impegnò per la difesa del paese contro le forze della coalizione antifrancese (si oppose all’abbandono di Parigi dopo la caduta di Longwy, come avrebbero voluto i girondini), ma si rese anche indirettamente responsabile delle stragi di settembre contro veri o presunti controrivoluzionari. Eletto deputato alla Convenzione nelle file dei montagnardi, lasciò il ministero della Giustizia concentrando invano i suoi sforzi per realizzare un’improbabile conciliazione fra montagnardi e girondini. Nell’ottobre 1792 fu accusato dai girondini di concussione, ma la sua influenza rimase notevole fino al luglio 1793. Dopo aver votato a favore della condanna a morte di Luigi XVI, nel marzo 1793 fu tra coloro che più fermamente vollero la creazione del Tribunale rivoluzionario. Il 7 aprile entrò come membro direttivo nel Comitato di salute pubblica. Divenne però presto sospetto ai membri più radicali, fra cui Robespierre (la sua stessa condotta nei confronti della guerra rivelava ambiguità, oscillando fra l’incitamento rivoluzionario alla liberazione dei popoli e le trattative segrete con i nemici). Il tradimento del generale Dumouriez, del quale fu ritenuto responsabile, sancì la fine della sua fortuna politica: espulso dal Comitato insieme ai suoi seguaci dopo il rimpasto del 10 luglio, alla fine di quello stesso anno accentuò la sua critica contro la sinistra hebertista e contro Robespierre. Nonostante avesse precedentemente appoggiato e ispirato il Terrore, ora invocò, insieme a Desmoulins, la fine della dittatura, divenendo così il punto di riferimento fondamentale degli “indulgenti”. Arrestato nella notte fra il 29 e il 30 marzo 1794, fu ghigliottinato il 5 aprile insieme ai principali esponenti del suo gruppo.