Daladier, Édouard

(Carpentras 1884, † Parigi 1970). Uomo politico francese. Deputato del partito radical-socialista dal 1919, dal 1924 ricoprì importanti incarichi ministeriali. Presidente del partito radicale nel 1927, fra il gennaio e l’ottobre 1933 e agli inizi del 1934 fu presidente del Consiglio durante una difficile fase politico-economica che raggiunse il culmine il 6 febbraio 1934 con la marcia delle destre sul parlamento (che doveva votare la fiducia al suo governo). Dopo la repressione dell’insurrezione di destra rassegnò le dimissioni. Fra i promotori del Fronte popolare (di cui incarnò la componente più moderata), fu ministro della Difesa fra il 1936 e il 1937 e nuovamente presidente del Consiglio fra l’aprile 1938 e il marzo 1940. Il suo governo ruppe con i social-comunisti e revocò molte conquiste del Fronte sul piano sociale. Convinto di poter limitare l’aggressività hitleriana, nel settembre 1938 partecipò con Hitler, Mussolini e Chamberlain alla conferenza di Monaco, che avrebbe di fatto consentito la distruzione della Cecoslovacchia. Nel dicembre di quell’anno firmò un patto di non aggressione franco-tedesco. Tuttavia, il 3 settembre 1939, dopo l’invasione tedesca della Polonia, il suo governo dichiarò guerra alla Germania insieme alla Gran Bretagna. Caduto il ministero nel marzo 1940, fu ministro della Guerra e poi degli Esteri nel gabinetto Reynaud. Arrestato nel giugno 1940 dal governo di Vichy, fu processato e deportato in Germania fra il 1943 e il 1945. Deputato alla Costituente e all’Assemblea nazionale nelle file del partito radicale, fu contrario alla continuazione dell’impegno francese in Indocina e si ritirò dalla vita politica nel 1958, all’avvento della V Repubblica.