Cusano, Niccolò

(Cues, Treviri, 1401, † Todi 1464). Filosofo e matematico tedesco. Opere principali: De docta ignorantia (1440), De coniecturis (1440). Intrapresa la carriera ecclesiastica, fu attivamente impegnato nel tentativo di mediare tra le posizioni conciliariste e curialiste nel concilio di Costanza-Basilea (1431-34) e di agevolare la riunificazione tra le chiese greca e romana nel concilio di Ferrara-Firenze (1435-39). Nel De concordantia catholica (1433) sostenne l’unità di tutte le fedi cristiane. Vescovo di Bressanone dal 1450, fu poi chiamato dal “papa umanista” Pio II a Roma, dove trascorse gli ultimi anni della sua vita. Il suo pensiero, tra i più profondi del periodo umanistico, congiunse in una sintesi ricca di spunti originali la tradizione neoplatonica e il misticismo tedesco. In nome di una socratica dotta ignoranza elaborò una teologia negativa, sostenendo l’impossibilità di conoscere Dio nella sua natura infinita, che vede coincidere in sé tutto ciò che nel mondo si presenta come opposto (il più e il meno, il massimo e il minimo, ecc.). La conoscenza umana, incapace di comprendere l’infinita verità, può solo (e deve) tendervi mediante congetture e immagini che, grazie all’uso del linguaggio matematico, cerchino di riprodurre l’armonia dell’universo. Contro la tradizionale cosmologia aristotelica, Cusano affermò l’infinità dell’universo, negando di conseguenza la centralità della Terra (l’infinito ha centro ovunque) e la sua immobilità. Tale intuizione fu un geniale precorrimento della successiva rivoluzione copernicana.