curdi

Popolazioni iraniche del Kurdistan. Divisi in tribù nomadi di allevatori e guerrieri (fu curdo il Saladino, che cacciò i crociati dalla Terrasanta e sottomise l’Egitto nel XIII secolo), di religione islamica sunnita, non ebbero mai uno stato, ma furono assoggettati dai diversi imperi (persiano, arabo, mongolo, turco, ottomano) che in successione conquistarono la regione. Nel XIX secolo, in concomitanza con il declino dell’impero ottomano e con la diffusione dei nazionalismi, iniziarono a rivendicare la propria autonomia e nella prima guerra mondiale si sollevarono contro i turchi. Nonostante il trattato di Sèvres (1920), in omaggio al principio wilsoniano dell’autodeterminazione, prevedesse, con la dissoluzione dell’impero turco, la nascita di uno stato curdo autonomo, dopo la rivoluzione kemalista in Turchia il Kurdistan fu diviso e spartito tra Turchia, Iran, Iraq e Siria (trattato di Losanna, 1923). Nacque così la questione curda, tuttora drammaticamente irrisolta, che si configurò come vera e propria tragedia di un popolo ovunque perseguitato, privato dei suoi diritti e costretto a ripetuti esodi di massa. Le continue ribellioni curde furono sistematicamente represse con metodi durissimi. Contro di esse l’Iraq di Saddam Hussein non ha esitato in più occasioni, negli anni Ottanta e Novanta, a impiegare le armi chimiche.