Cuoco, Vincenzo

(Civitacampomarano, Molise, 1770, † Napoli 1823). Storico e uomo politico italiano. Nato da una famiglia della piccola borghesia molisana, si trasferì nel 1787 a Napoli per seguire gli studi in legge. Qui conobbe G.M. Galati e collaborò al quarto volume della Descrizione geografica e politica delle Sicilie, strinse amicizia con Mario Pagano e approfondì gli studi su Machiavelli e Vico. Prese parte alla rivoluzione antiborbonica del 1799, che portò alla proclamazione della repubblica partenopea. Dopo la restaurazione borbonica, nel 1800 fu arrestato e condannato all’esilio e alla confisca dei beni: visse allora dapprima a Marsiglia e Parigi, quindi a Milano. Nel 1801 pubblicò il Saggio storico sulla rivoluzione napoletana del 1799, di cui uscì una nuova edizione nel 1806. Rifacendosi al pensiero di Vico e riprendendo temi tipici dell’Illuminismo, il pensiero di Cuoco si caratterizzò per l’aspra polemica contro l’astratto ideologismo che, disconoscendo la concreta realtà napoletana, aveva condotto al fallimento della rivoluzione del 1799, una rivoluzione “passiva” in quanto subita dalle masse popolari e minata alle radici dall’incomprensione fra queste ultime e i patrioti repubblicani impregnati di ideali e cultura francesizzanti. Contro un metodo rivoluzionario introdotto dall’esterno, Cuoco proponeva un riformismo attento alla tradizione storica nazionale. Sempre a Milano pubblicò le Osservazioni sul dipartimento dell’Agogna e la Statistica della Repubblica italiana e, fra il 1804 e il 1806, diresse il “Giornale italiano”, organo che si distinse per l’opera di sensibilizzazione sul tema della necessità di un risveglio della coscienza nazionale. Nel 1806 concluse la stesura del romanzo epistolare di carattere storico-politico-pedagogico Platone in Italia, in cui esaltava la presenza di una tradizione italica precedente alla stessa civiltà della Magna Grecia. Nello stesso anno, dopo l’incoronazione di Giuseppe Bonaparte, ritornò a Napoli, collaborò con Gioacchino Murat e fu direttore del “Corriere di Napoli”. Al 1809 risale il Rapporto al re Gioacchino Murat e progetto di decreto per l’organizzazione della pubblica istruzione nel Regno di Napoli. Barone dal 1815, dopo il ritorno dei Borbone si ritirò a vita privata, sempre più indebolito da una malattia nervosa. L’opera di Cuoco ispirò la corrente moderata del Risorgimento italiano e fu poi rivalutata da Benedetto Croce.