cultura

Patrimonio collettivo materiale e simbolico dotato di un grado più o meno elevato, ma mai pieno, di coerenza e integrazione tra gli elementi componenti, trasmesso e modificato attraverso le generazioni e appreso, a partire dalla socializzazione primaria, dai membri di una collettività. Gli elementi componenti la cultura si distinguono in elementi simbolici, quali i linguaggi, i valori, le norme, i simboli, le tecniche, e in elementi materiali, quali i mezzi di produzione. Nella spiegazione del comportamento, individuale o collettivo, gli elementi culturali sono rigorosamente distinti da quelli biologicamente trasmessi. Ne segue il rifiuto di ogni rigido determinismo e il riconoscimento della variabilità culturale del comportamento. Ma se per un verso il concetto di cultura serve a spiegare, attraverso la grande varietà di culture apparse nel tempo e nello spazio, molteplici tipi di diversità che si osservano tra i gruppi e le società, per un altro verso esso serve a dare ragione della relativa omogeneità e persistenza delle istituzioni e dei comportamenti all’interno di una medesima società. Il concetto di cultura si applica a due diversi livelli: al livello del tipo societario e a quello delle collettività concrete. Si potranno così riconoscere elementi di cultura industriale (oppure feudale) in paesi caratterizzati da culture nazionali o regionali per altri versi anche assai diverse. Con l’eccezione di comunità isolate, le culture entrano in contatto, occasionalmente oppure stabilmente. Nei casi più rilevanti ciò avviene in due modi principali: o attraverso la comunicazione tra due o più popolazioni che mantengono territori e autonomie politiche distinte, o attraverso forme di convivenza all’interno della stessa unità politico-territoriale. Con gradi differenti i due modi danno sempre luogo a forme di scambio interculturale e quindi di ibridazione tra culture, al punto che anche se una cultura risulta dominante fino a schiacciare l’altra, essa contiene, più o meno trasformati e integrati, elementi materiali e simbolici di quella. Pertanto, nessuna società, che non sia elementare e isolata, dispone di una cultura originaria e pura. Nelle società moderne la pluralità culturale è poi costitutiva quale effetto del pluralismo sociale (classi, ceti, gruppi ecc.) e della compresenza di molteplici formazioni sociali: essa trova espressione nelle “subculture” e nelle “controculture”. Le prime sono formazioni culturali proprie di etnie, categorie professionali, associazioni o gruppi, che si differenziano per certi aspetti dalla cultura della società in oggetto, ma sempre condividendo molteplici tratti essenziali di questa, come nei casi delle culture professionali e delle culture giovanili. Le seconde sono formazioni culturali prodotte da soggetti collettivi quali i movimenti sociali, i fondamentalismi comunitari e i gruppi rivoluzionari, costituite da valori, norme di comportamento, rappresentazioni della società e simboli intesi a contrapporsi alla cultura e al modello di ordine sociale dominanti. Pur non nuovo nella storia dell’umanità, nelle società contemporanee si assiste alla crescita del fenomeno del “multiculturalismo”, cioè della compresenza, dentro uno stesso paese, di molteplici etnie e culture diverse. La convivenza spesso difficile dipende tanto dal grado di compatibilità-incompatibilità tra culture diverse, quanto dall’adeguatezza delle politiche di integrazione culturale e sociale, che possono andare dall’assimilazione al pieno riconoscimento. In tali situazioni si generano e si diffondono nel corpo sociale, da un lato rappresentazioni positive della varietà culturale, considerata un elemento che arricchisce il dinamismo sociale, e, dall’altro lato, etnocentrismo, xenofobia e razzismo. Se quelle favoriscono politiche di integrazione e di democratizzazione, questi generano emarginazione, esclusione, violenza e spinte autoritarie. L’insieme di queste trasformazioni – lo sviluppo delle subculture, l’apparizione ciclica di controculture, la crescita del multiculturalismo – impediscono sia di considerare la cultura come un sistema unitario deputato ad assicurare l’integrazione funzionale della società, sia, di converso, di sottovalutare a priori, nella spiegazione dei comportamenti e delle strutture, l’influenza, non di rado preminente, degli elementi culturali, a favore dei fattori tecnologici, economici e politici. [Paolo Ceri]