Cristina di Svezia

(Stoccolma 1626, † Roma 1689). Regina di Svezia dal 1632 al 1654. Figlia di Gustavo II Adolfo e di Maria Eleonora di Brandeburgo, fino al 1644 fu sotto la tutela di un consiglio di reggenza presieduto dal cancelliere Axel Oxenstierna. Assunto direttamente il potere, e nonostante la sua volontà di governare in prima persona, si avvalse ancora dell’opera diplomatica di Oxenstierna per porre fine alle ostilità con la Danimarca (1645) e per sottoscrivere nel 1648 la pace di Vestfalia con l’impero: una pace che concludeva la guerra dei Trent’anni con grandi vantaggi per la Svezia in termini di acquisizioni territoriali nella Germania settentrionale e di egemonia sul Baltico. Sovrana illuminata, Cristina favorì lo sviluppo delle attività commerciali e manifatturiere. Al tempo stesso si sforzò di contenere il crescente potere dei ceti nobiliari ponendo le premesse della politica dei suoi successori. Grande mecenate, chiamò a corte alcuni degli artisti e degli intellettuali più significativi del tempo, fra cui Cartesio e Grozio. Anche per il contatto con Cartesio maturò un profondo interesse per il cristianesimo. Attratta dagli studi e da tematiche religiose, nel 1654 abdicò a favore del cugino Carlo X Gustavo e lasciò la Svezia. Soggiornò brevemente a Bruxelles e, convertitasi al cattolicesimo, risiedette in Italia. Dopo vani tentativi di ritornare sul trono di Svezia alla morte di Carlo X (1660), di farsi riconoscere regina di Polonia (1667) e di organizzare una spedizione contro i turchi, si dedicò completamente al patrocinio dell’arte e della letteratura a Roma.