Craxi, Bettino

(Milano 1934, † Hammamet 1999). Uomo politico italiano. Socialista, aderente alla corrente nenniana di Autonomia Socialista, sostituì Francesco De Martino alla guida del PSI nel 1976, dopo una pesante sconfitta del partito in elezioni politiche che avevano visto una forte affermazione del PCI. Coltivò il proposito di riequilibrare i rapporti tra i due partiti della sinistra, rivitalizzando il PSI e rinnovandone strategia e ideologia: alla proposta berlingueriana del “compromesso storico” oppose la prospettiva dell’alternativa alla DC, da realizzare mediante la costruzione di un forte fronte dei partiti laici, e alla tradizione marxista contrappose il riformismo socialdemocratico e il recupero del pensiero di Proudhon. Un simbolo del cambiamento fu la sostituzione nella bandiera del partito della falce e martello con un garofano rosso. Nei giorni drammatici del rapimento Moro (1978) fu sostenitore della trattativa coi brigatisti, contro il prevalente “partito della fermezza”. Un primo successo del nuovo corso socialista fu l’elezione di Sandro Pertini alla presidenza della repubblica (1978). Nel 1983, in seguito a un crollo elettorale della DC, Craxi ricevette da Pertini l’incarico di formare il primo governo a conduzione socialista della storia repubblicana. Diresse due esecutivi di pentapartito (DC, PSI, PLI, PRI, PSDI) fino al 1987, rivelandosi un leader energico e “decisionista” (il frequente ricorso ai decreti legge fu criticato dagli avversari come una tendenza prevaricatrice del governo sul parlamento). Seppe sfruttare con spregiudicatezza la “rendita di posizione” del PSI, necessario per raggiungere la maggioranza di governo a livello nazionale con la DC e in molte amministrazioni locali col PCI. Furono gli anni del “craxismo”, nei quali il paese partecipò al favorevole periodo di ripresa e modernizzazione dell’economia mondiale, conseguendo il risultato della riduzione dell’inflazione. Non mancarono problemi e tensioni, come l’opposizione dei movimenti pacifisti alla presenza, consentita dal governo, di missili USA Cruise sul territorio nazionale, le polemiche sulla revisione del Concordato con la Chiesa cattolica (1984), il referendum promosso dal PCI (ma bocciato dall’elettorato) contro il taglio di un punto della scala mobile (1985), la tensione diplomatica per il rifiuto di consegnare agli USA alcuni terroristi palestinesi atterrati a Sigonella; ma la permanenza quadriennale di Craxi alla guida del governo fu il più lungo periodo di stabilità governativa dalla fondazione della repubblica italiana. Dal 1987 Craxi continuò come segretario del PSI le battaglie per il trionfo del riformismo socialista sull’ideologia comunista e per la riforma costituzionale dello stato italiano in senso presidenzialista. Sostenitore della necessità di annullare i debiti dei paesi poveri, nel 1989 fu nominato rappresentante del segretario dell’ONU Pérez de Cuellar per i problemi del Terzo Mondo. Travolto nel 1992 dai processi di Tangentopoli, che rivelarono come il craxismo si fondasse su un ramificato sistema di tangenti e corruzione, per sottrarsi alla giustizia italiana si recò in esilio ad Hammamet (1993), dove morì nel 1999.