coscienza di classe

Consapevolezza presente in una classe sociale della sua missione storica e dei suoi interessi collettivi, in forza della quale i singoli membri sentono di appartenervi fino a subordinare il soddisfacimento degli interessi immediati al perseguimento e alla realizzazione degli interessi di classe. Nell’opera di Marx, il concetto indica la trasformazione di una categoria sociale (la classe in sé), del tutto immersa nei meccanismi di dominio e di riproduzione sociale, in un soggetto consapevole della propria posizione conflittuale (la classe per sé) all’interno del processo storico. Esteso in linea di principio a qualsiasi classe sociale – in primis la borghesia – il concetto è stato applicato in modo sempre più esclusivo alla classe operaia, fino a essere considerato una sua prerogativa distintiva. E ciò in ragione del fatto che, in prospettiva marxista, all’interno di un modo di produzione una sola classe è “destinata” al ruolo di classe dirigente. Ne segue che l’espressione più compiuta della coscienza di classe è l’azione politica, intesa come prassi rivoluzionaria volta all’instaurazione di un nuovo ordine di rapporti sociali: il socialismo. Dei molteplici fattori che favoriscono la formazione di tale consapevolezza il principale è proprio l’agire conflittuale stesso, per il fatto di fare emergere l’opposizione degli interessi. Le posizioni si differenziano, poi, a seconda del ruolo preminente o meno assegnato alle avanguardie, quali portatrici dell’ideologia e educatrici alla coscienza di classe (un ruolo, questo, su cui doveva insistere con particolare energia Lenin). In sociologia, a questa versione se ne sono affiancate altre due. La prima se ne discosta per il fatto di concepire la coscienza di classe come un attributo individuale che, per aggregazione, si estende in varia misura al collettivo, e non come uno stato della coscienza collettiva che penetra in vario grado nei suoi appartenenti. Nella seconda, la coscienza di classe equivale semplicemente all’autocollocazione dell’individuo in una classe sociale piuttosto di un’altra, nel quadro di una struttura della divisione del lavoro e della disuguaglianza data.