cosacchi

(turco = vagabondi). Popolazioni originariamente nomadi delle steppe della Russia meridionale, divisi in cosacchi del Dniepr e del Don. Scappati nelle steppe in età medievale per sfuggire alla tirannia di nobili e sovrani, vissero a lungo di caccia e pesca, in stato nomade o seminomade, prima di sedentarizzarsi e diventare agricoltori. Continuamente in lotta contro vari popoli e stati (tartari, turchi, polacchi), si specializzarono nella vita guerriera organizzando un forte esercito al servizio degli zar di Russia. Parteciparono alle rivolte contadine di Stenka Razin (1669-71) contro i nobili e di Pugacëv (1771-74) contro Caterina II. Con la riforma del 1861 ottennero i 2/3 delle terre che occupavano, in cambio del servizio militare. Nel corso della Rivoluzione russa del 1917 si divisero: una parte entrò nell’Armata Rossa e un’altra negli eserciti controrivoluzionari; così anche nella seconda guerra mondiale, alcuni difesero la patria, altri collaborarono con i nazisti, sotto la guida del generale Vlasov.