Corsica

Isola del Mar Tirreno. Fa parte attualmente della Francia. Rimasta a lungo sotto l’influenza degli etruschi, alla fine del II secolo a.C. passò sotto il dominio dei romani. Contesa, dopo la fine dell’impero romano d’Occidente, fra vandali, goti e bizantini, divenne infine per breve tempo possesso dei longobardi e quindi dei franchi. Verso la metà del secolo VIII Pipino il Breve, con la donazione di Sutri, diede l’isola al papato. Questa donazione fu confermata da Carlo Magno nel 774. Nel secolo IX l’isola fu più volte invasa dai saraceni e passò di fatto sotto il loro controllo, dal quale fu liberata soltanto verso la metà del secolo XI ad opera dei pisani. Nel 1077 Gregorio VII ne rivendicò il possesso, ma l’anno successivo ne attribuì il governo (con i relativi diritti) all’arcivescovo di Pisa. Nel secolo successivo tuttavia la repubblica di Genova cominciò a insidiare il predominio dei pisani sulla Corsica, finché nel 1284, dopo la battaglia della Meloria perduta dalla flotta pisana, i genovesi si impossessarono totalmente dell’isola. L’insurrezione endemica che vi si sviluppò successivamente indusse la repubblica di Genova ad affidarne la gestione al Banco di San Giorgio. L’opposizione dei corsi al dominio dei genovesi (sobillata sempre dai francesi desiderosi di impossessarsi di quell’isola per farne una base di appoggio alla loro flotta mediterranea), non poté mai essere soffocata. Essa, anzi, si acuì verso la metà del XVIII secolo sotto la guida di Pasquale Paoli. I genovesi decisero allora di vendere quel loro possedimento alla Francia (1768). Il 20 novembre 1789 l’Assemblea nazionale francese proclamò la Corsica parte integrante dello stato francese. Le tendenze autonomiste degli isolani, tuttavia, non si sono mai spente del tutto e si sono ravvivate nel secondo dopoguerra.