cordiglieri

Raggruppamento politico sorto durante la Rivoluzione francese. Fu fondato da Jean Paul Marat e da Georges Danton nel 1790 per organizzare politicamente gli strati popolari che non potevano iscriversi al costoso club dei giacobini. Il nome deriva dal convento dei frati minori, detti appunto cordiglieri, che fu la sede del club, il cui nome era “Società degli amici dei diritti dell’uomo e del cittadino”. Oltre a Danton e a Marat, fecero parte del gruppo altri protagonisti della rivoluzione, come Camille Desmoulins, Jacques Hébert e Fabre d’Églantine. Schierati su posizioni democratiche e vicini alle istanze dei sanculotti, criticarono il moderatismo dell’Assemblea costituente e dei giacobini. Secondo alcuni storici, furono gli inventori della celebre formula “liberté, égalité, fraternité”, che espresse i valori più democratici della rivoluzione. Dopo il fallito tentativo di fuga del re, nel giugno del 1791, per primi caldeggiarono la proclamazione della repubblica. Il 17 luglio 1791 organizzarono una manifestazione popolare contro il re, che La Fayette represse al Campo di Marte. Promossero e organizzarono anche l’assalto alle Tuileries (10 agosto 1792), che segnò di fatto la caduta della monarchia e costrinse l’Assemblea legislativa a convocare la Convenzione nazionale. Nella Convenzione esercitarono pressioni in senso democratico, contribuendo alla crisi dei girondini e all’avvento della dittatura montagnarda. Alla fine del 1793 il prevalere nel gruppo delle posizioni estremiste di Hébert provocò la fuoriuscita del più moderato Danton, che diede vita alla corrente degli indulgenti. La morte di Hébert segnò la crisi dei cordiglieri, che cessarono di esistere dopo la reazione termidoriana, con lo scioglimento della Convenzione.