convenzione

Termine con molteplici significati. Può significare accordo tra due o più parti, solitamente tra stati: in questo senso si parla di convenzioni in materia di diritto bellico (come la Convenzione di Ginevra del 1949), sui diritti dell’uomo, ecc. Può inoltre indicare un’assemblea politica, e anche in questo caso si hanno significati diversi: si chiama convenzione sia un’assemblea di rappresentanti di un popolo, riunita per fondare un nuovo stato o per modificare dalle fondamenta uno stato esistente, sia un’assemblea di delegati di partito, convocata per designare i candidati a una carica elettiva e per fissare il programma generale del partito. Nel primo significato troviamo due celebri convenzioni: quella che nel 1787 a Filadelfia elaborò e approvò la Costituzione degli Stati Uniti d’America e quella che nel 1792 fu incaricata di trasformare la Francia in una repubblica durante la grande rivoluzione. Al secondo significato appartengono le convention statunitensi che a ogni scadenza di mandato nominano i candidati dei partiti alle elezioni presidenziali. La Convenzione di Filadelfia del 1787, presieduta da George Washington, riunì 55 rappresentanti dei diversi stati per trasformare la confederazione degli Stati Uniti in una federazione, dotata di una costituzione che superasse i limiti di quella proposta dal Congresso nel 1777 e approvata dai singoli stati entro il 1781. La nuova costituzione limitò la sovranità dei singoli stati, affidando al governo federale la giurisdizione su settori di interesse comune quali la difesa, la politica estera, il commercio, la politica monetaria e l’imposizione fiscale federale. Gli Stati Uniti divennero una repubblica presidenziale, con un presidente, eletto ogni 4 anni, dotato di potere esecutivo. Il potere legislativo fu assegnato a un Congresso diviso in una Camera dei Rappresentanti eletti in proporzione alla popolazione degli stati e in un Senato composto da due delegati per ogni stato. Il potere giudiziario fu sottoposto al controllo della Corte Suprema, costituita da giudici di nomina presidenziale. La Convenzione francese del 1792 si riunì in prima seduta il 20 settembre 1792 e il giorno seguente proclamò la fine della monarchia e la nascita della repubblica. Dilaniata dal conflitto tra girondini e giacobini, fu il supremo organo legislativo fino al suo scioglimento nel 1795. In ogni ufficio pubblico politicamente rilevante era distaccato un commissario della Convenzione. Tra i suoi atti più importanti si ricordano il processo e la condanna a morte di Luigi XVI (21 gennaio 1793); l’estensione del fronte della guerra esterna con la dichiarazione di guerra all’Inghilterra e all’Olanda (1° febbraio 1793); l’istituzione nel corso del 1793 del Tribunale Rivoluzionario, del Comitato di Salute Pubblica, del Comitato di Sicurezza Generale e degli altri organismi che caratterizzarono il periodo del Terrore; l’approvazione, il 24 giugno 1793, della nuova costituzione repubblicana (mai entrata in vigore), che prevedeva il suffragio universale maschile; la reazione termidoriana (27 luglio 1794) che pose fine alla dittatura di Robespierre e smantellò nei mesi successivi il regime del Terrore; il varo della costituzione del 1795, che divise nuovamente i cittadini in attivi e passivi e affidò il potere esecutivo a un Direttorio di cinque membri elettivi. Si sciolse il 26 ottobre 1795, dopo lo svolgimento delle elezioni per i nuovi organismi legislativi (il Consiglio dei Cinquecento e il Consiglio degli Anziani).