compagnie di ventura

Corpi di soldati mercenari che offrivano le loro prestazioni in cambio di un salario regolato da un contratto, detto condotta, da cui deriva il nome dei loro capi, i condottieri. La loro origine risale alla seconda metà del XII secolo, quando, nel quadro della ripresa dell’economia monetaria e dello sviluppo delle monarchie nazionali e dei comuni, si generalizzò l’uso di riscattare con una tassa in denaro l’obbligo di prestare servizio militare e si fece ricorso a truppe mercenarie – per lo più straniere – durante le campagne di guerra, in sostituzione delle formazioni militari tipiche del medioevo, la cavalleria feudale e la milizia cittadina. Reclutati fra gli strati marginali delle città e dei villaggi, guidati da capi di origini oscure, i mercenari iniziarono a riunirsi in associazioni temporanee, chiamate all’epoca di Riccardo I, di Giovanni Senza Terra e di Filippo Augusto compagnie dei cottereaux, dei Brabantini, dei routiers. Temuti per la loro violenza, condannati come sacrileghi dai poteri religiosi, i venturieri venivano non di rado massacrati dai confratelli della pace di Dio. Il ricorso alle condotte divenne abituale nel XIV secolo da parte dei monarchi d’Inghilterra, che però non potevano utilizzare mercenari sul territorio inglese, e di Francia, dove le compagnie di ventura, dette Grandi compagnie, furono molto importanti durante la guerra dei Cent’anni e tornarono a taglieggiare le popolazioni – soprattutto i temibili écorcheurs (sgozzatori) – fino a quando Carlo VII giunse a disciplinarle riorganizzando il sistema degli obblighi militari. Le compagnie di ventura assunsero una rilevanza particolare in Italia, dove divennero componente basilare della vita militare e politica all’inizio del XIV secolo, trasformandosi verso il 1350 da associazioni temporanee in organizzazioni militari permanenti guidate da un capo eletto per acclamazione. Dapprima prevalsero le compagnie guidate da condottieri non italiani, come il tedesco Werner di Urslingen, il francese Giovanni di Montréal, detto Fra’ Moriale, e l’inglese John Hawkwood, detto l’Acuto. A partire dal 1380 gli stati italiani tesero a reclutare comandanti italiani e a rendere stabili i vincoli con i capi militari fino a stipulare i contratti con i soli condottieri, divenuti nel XV secolo figure di grande potere e prestigio, come Alberico da Barbiano, Braccio da Montone, che divenne signore di Perugia, Muzio Attendolo Sforza, i cui figli Alessandro e Francesco divennero signori rispettivamente di Pesaro e di Milano, Erasmo da Narni detto il Gattamelata, Bartolomeo Colleoni e Francesco di Bussone detto il Carmagnola. Nel corso del XV secolo la creazione a opera delle monarchie nazionali degli eserciti mercenari permanenti, i cui effettivi venivano assoldati dallo stato individualmente o a piccoli gruppi, segnò il declino delle compagnie di ventura.