Comitato di Liberazione Nazionale

Fu la denominazione assunta in Italia nel corso della seconda guerra mondiale dagli organi che, dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943, sorsero per dirigere e coordinare la lotta contro l’esercito nazista e le forze della repubblica di Salò. A Roma e nel sud Italia ne fecero parte comunisti, socialisti, democristiani, liberali, azionisti e demolaburisti, assenti questi ultimi al nord. A Roma aveva sede il Comitato di Liberazione Nazionale Centrale, mentre a livello locale sorsero in tutto il paese quelli regionali, provinciali e comunali. La divisione della penisola in due, la nascita della Repubblica Sociale Italiana e lo svilupparsi della Resistenza portarono nel gennaio 1944 alla costituzione del Comitato di Liberazione Nazionale Alta Italia (CLNAI) con sede a Milano, che ebbe la guida politico-militare della guerra di liberazione nell’Italia settentrionale. Nel corso del 1944 il CLN centrale fu impegnato in un aspro dibattito tra i partiti che lo componevano sul futuro della monarchia e sulla forma politica che avrebbe dovuto darsi il paese alla fine del conflitto. Durante il congresso di Bari (gennaio 1944) azionisti, socialisti e comunisti si espressero nettamente a favore di una scelta repubblicana, contro il moderatismo dei liberali, dei democristiani e dei demolaburisti. Questa crisi fu superata dopo il forte appello all’unità delle forze antifasciste lanciato dal segretario comunista Palmiro Togliatti con la “svolta di Salerno” (aprile 1944) e il passaggio dei poteri dal re Vittorio Emanuele III a suo figlio Umberto II. La liberazione di Roma da parte degli Alleati aprì la strada a un governo dei CLN capeggiato da Bonomi. Nel nord del paese si consolidò anche la posizione CLNAI che nel dicembre fu ufficialmente riconosciuto dal governo e dagli angloamericani. All’indomani dell’insurrezione armata al nord il CLNAI assunse i pieni poteri civili e militari in tutti i territori liberati. Finito il conflitto, il prestigio del CLNAI portò nel giugno del 1945 alla costituzione di un governo presieduto dall’azionista Ferruccio Parri. Il ritiro dei liberali e dei democristiani nel novembre dello stesso anno dal governo Parri fu il segno che la tensione antifascista che aveva unito i partiti democratici durante il conflitto stava venendo meno. I CLN andarono progressivamente svuotandosi di ogni funzione già prima delle elezioni e del referendum del 1946 e furono ufficialmente sciolti nel 1947.