Clemenceau, Georges Benjamin

(Mouilleron-en-Pareds, Vandea, 1841, † Parigi 1929). Uomo politico francese. Medico di formazione laica e materialista, fu il tipico rappresentante di una borghesia repubblicana e anticlericale ma moderata sul piano sociale. Entrò nella politica attiva dopo la sconfitta francese nella guerra franco-prussiana (1870-71). Deputato della sinistra radicale dal 1871, fu duro oppositore della politica di Mac-Mahon ma contribuì anche alla caduta dei ministeri guidati dai repubblicani “opportunisti” Gambetta (1882) e Ferry (1885), schierandosi soprattutto contro la politica coloniale di quest’ultimo. Pur avendo sostenuto la candidatura di Boulanger al ministero della Guerra (1886), denunciò ben presto l’involuzione autoritaria della politica del generale e del movimento boulangista. Nel 1893 non fu rieletto deputato, in quanto coinvolto nello scandalo del canale di Panamá. La decisa presa di posizione in difesa di Dreyfus sulle colonne di “L’Aurore” (giornale da lui fondato) lo riportò alla vita politica attiva. Senatore nel 1902, fu ministro degli Interni nel 1906 e presidente del Consiglio dal 1906 al 1909. Alla guida di un governo formato da radicali e socialisti indipendenti, s’impegnò in una politica di forte laicizzazione della struttura statale nei confronti della chiesa e di ampliamento della legislazione sociale, ma di fronte alle agitazioni operaie indette dai sindacalisti rivoluzionari e dalla CGT scelse la strada della repressione. Passato all’opposizione nel 1911, nel 1913 fondò il quotidiano “L’Homme libre”, ribattezzato nel 1914 “L’Homme enchaîné”. Sostenitore della “guerra fino alla vittoria totale” durante il primo conflitto mondiale, nel novembre 1917 fu chiamato da Poincaré a capo del governo, in una situazione di grave crisi per gli eserciti francesi e di diffusa volontà di pace. Contrastò efficacemente ogni forma di “disfattismo” e ottenne dagli alleati che il comando unificato delle operazioni fosse affidato al generale Foch, riuscendo così a condurre la Francia alla vittoria. Presidente della Conferenza di Parigi, espresse l’intransigenza più dura nei confronti della Germania riuscendo a imporsi sull’“idealismo” di Wilson. Nel gennaio 1920 fu sconfitto da Deschanel alle elezioni presidenziali e si ritirò dalla vita politica.