cino-giapponese, prima guerra

È la guerra che oppose Cina e Giappone per il controllo della Corea, stato satellite della Cina, di grande importanza strategica perché via di accesso al cuore stesso dell’impero. Il pretesto per lo scontro diretto con la Cina fu offerto dallo scoppio di alcune rivolte entro i confini della Corea, dalla quale già nel 1876 il Giappone aveva ottenuto l’apertura di vari porti e diritti di extraterritorialità per i propri rappresentanti. I governi di Cina e Giappone inviarono proprie truppe per reprimere le insurrezioni ma i giapponesi, alla fine del luglio 1894, insediarono sul trono coreano un reggente che successivamente richiese loro formalmente di espellere i cinesi dal proprio territorio. La guerra fu dichiarata il 1° agosto, quando le forze armate nipponiche erano già padrone di Seul e della parte meridionale del paese. I cinesi non furono in grado di opporre una seria resistenza: la loro flotta fu battuta il 17 settembre e Port Arthur cadde due mesi dopo. La pace di Shimonoseki (aprile 1895) pose fine alle ostilità. Con essa la Cina rinunciò ai propri secolari diritti di sovranità sulla Corea, accettò di pagare forti indennizzi e soprattutto fu privata della penisola del Liaodong (nella Manciuria meridionale), di Formosa e delle isole Pescadores. La guerra cino-giapponese segnò l’affermazione della potenza del Giappone dell’“era Meiji” e il suo ingresso nell’arena dei conflitti imperialistici.