ceceni, Cecenia

Appartenenti a una popolazione caucasica di religione islamica sunnita, che si distinse a partire dal XVII secolo d.C. per la sua tenacissima lotta contro i dominatori russi. L’episodio culminante di questa lotta fu la rivolta guidata da Shamil, conclusasi con una disfatta nel 1859. Nel 1922 i bolscevichi crearono una regione autonoma cecena, che, unitamente con la Inguscezia, fu trasformata in repubblica nel 1936. Per punirli del diffuso collaborazionismo a favore degli occupanti tedeschi durante la seconda guerra mondiale, i ceceni vennero deportati in massa nel 1944 nell’Asia centrale sovietica. I deportati poterono far ritorno dopo la destalinizzazione nel 1956 e nel 1957 fu ricostituita la repubblica autonoma. Nel 1991, dopo il crollo dell’Unione Sovietica, il presidente nazionalista Dzokhar Dudaev proclamò l’indipendenza della Cecenia, ma i russi non la riconobbero e nel 1994 inviarono truppe con compiti di repressione. Ebbe così inizio la prima guerra di Cecenia, che si concluse solo nel 1996, dopo la morte di Dudaev e il riconoscimento dello status di Repubblica autonoma, di cui divenne presidente Aslan Maskhadov. Il conflitto con i russi riprese tuttavia nel 1999, inasprendosi ulteriormente in seguito al sequestro del teatro Dubrovka di Mosca nell’ottobre 2002 e al sequestro della scuola di Beslan nel settembre 2004, entrambi compiuti da commando di separatisti ceceni. La seconda guerra di Cecenia ebbe termine nel 2006 all’indomani della cattura e dell’uccisione dei principali leader separatisti, tra cui lo stesso Maskhadov. Nel 2007 la presidenza della repubblica fu assunta dal filorusso Ramzan Kadyrov, il quale, nel 2009, nonostante il protrarsi di violenze a carattere sporadico, annunciò la pacificazione del paese. Nell’aprile dello stesso anno, il presidente russo Medvedev confermò la fine delle azioni militari da parte dell’esercito russo.