cavallereschi, ordini

Associazioni religioso-militari sorte all’epoca della prima crociata (1096-99) sul modello della cavalleria. Formate da monaci-cavalieri al fine di difendere le conquiste cristiane in Terrasanta (Ospedalieri di S. Giovanni di Gerusalemme, 1099, Templari, 1118), furono presto istituzionalizzate e regolamentate dalla chiesa (per esempio nell’Elogio della Nuova Milizia di Bernardo di Chiaravalle). Nella seconda metà del XII secolo nuovi ordini furono fondati anche in altre zone in cui era in atto un’espansione militare cristiana: l’Ordine teutonico (1198) e i Portaspada di Livonia (1202) in Europa nord-orientale, gli ordini di Alcantara (1156), Calatrava (1158), Santiago (1175), Aviz (1162) nella penisola iberica. Sottoposti a disciplina monastica, i cavalieri dovevano osservare i voti di povertà, castità e obbedienza, e praticare al servizio di Dio le virtù monastiche unite a quelle del guerriero; la gerarchia, al cui vertice si trovava un Gran Maestro, ricalcava quella degli ordini monastici. Nel XIV secolo iniziarono a crearsi degli ordini secolari, nel quadro dei tentativi dei nascenti stati nazionali di legittimare la propria autorità, legando la nobiltà alla persona del sovrano e mobilitando l’etica cavalleresca dell’onore e della fedeltà al servizio della stabilità della monarchia; pur conservando una forte impronta religiosa, questi ordini avevano finalità in primo luogo politiche. Tra i più noti, si devono ricordare l’ordine della Giarrettiera (1346-48) in Inghilterra, della Stella (1351) e di S. Michele (1469) in Francia, dell’Annunziata (1362) in Savoia, del Toson d’Oro (1429) in Borgogna, del Cigno (1440) in Brandeburgo. In seguito la dignità cavalleresca fu estesa anche ai funzionari che non svolgevano mansioni militari, diventando un importante strumento di consolidamento delle élites di governo sotto il diretto controllo del sovrano.