Cattaneo, Carlo

(Milano 1801, † Castagnola, Lugano, 1869). Intellettuale e scrittore politico italiano. In gioventù fu collaboratore degli “Annali universali di statistica” del suo maestro Romagnosi. Ammiratore del federalismo statunitense e svizzero e del decentramento inglese, criticò il centralismo autoritario di Metternich e fino al 1848 auspicò una trasformazione dell’impero asburgico (del quale era suddito in quanto milanese) in una federazione che garantisse a ogni regione ampi spazi di autonomia. Dal 1839 al 1844 diresse il “Politecnico”, la rivista cui impresse il suo profondo interesse per i problemi economici e sociali italiani. Il suo pensiero, legato alla tradizione dell’Illuminismo lombardo e permeato di una positivistica fiducia nel progresso scientifico, tecnico, economico e civile, si orientò in senso repubblicano, democratico, antiaristocratico e anticlericale. Non condivise però l’insurrezionalismo di Mazzini, preferendogli un gradualismo evoluzionistico e criticandone l’unitarismo retorico e velleitario. Nel 1848, ormai convinto dell’impossibilità di riformare l’impero, fu protagonista delle cinque giornate di Milano, dirigendo il Consiglio di guerra e capeggiando la fazione contraria alla proposta di annettere la Lombardia al Piemonte, di cui deprecava l’assetto monarchico e l’arretratezza culturale e istituzionale. La sua idea di una federazione di repubbliche italiane all’interno di una confederazione europea rimase inascoltata. Liberoscambista e convinto che la ristrettezza dei mercati fosse l’ostacolo principale allo sviluppo economico, ritenne che la vera soluzione ai problemi italiani potesse provenire soltanto da un’Europa di popoli liberi e amici (federalismo). In esilio dopo il 1848, tornò in Italia solo nel 1860, come consigliere di Garibaldi a Napoli, durante la spedizione dei Mille. Il fallimento anche in quest’occasione del progetto federalistico lo convinse a tornare in esilio in Svizzera. Eletto deputato, non volle partecipare ai lavori del parlamento italiano per non dover giurare fedeltà alla corona. Oltre agli Scritti economici e politici – tra cui le Notizie naturali e civili sulla Lombardia (1844) e il pamphlet su L’insurrezione di Milano (1848) – fu anche autore di un’opera filosofica: la Psicologia delle menti associate (1859-66).