Cartesio, Renato

(La Haye, Touraine, 1596, † Stoccolma 1650). Filosofo e scienziato francese. Insoddisfatto del sapere tradizionale appreso nel collegio gesuitico di La Flèche, si impegnò in un’opera di profondo rinnovamento del pensiero matematico e filosofico. Fu l’ideatore della geometria analitica, con cui poté ridurre i problemi geometrici a equazioni algebriche. Ne Il mondo (pubblicato postumo) propose un modello meccanicistico di spiegazione dell’origine e del funzionamento del mondo fisico, riconducendo ogni fenomeno naturale a estensione e movimento. Nei successivi Principi di filosofia (1644) affermò, con la dottrina del dualismo tra res extensa e res cogitans, che solo la ragione umana sfugge al meccanicismo, per cui anche il comportamento dei corpi viventi (vegetali e animali) è interamente regolato da automatismi privi di coscienza. Nell’uomo, invece, al corpo, da cui derivano le passioni (Le passioni dell’anima, 1649), è collegata, mediante la ghiandola pineale, l’anima libera e immortale. Pur essendo un convinto assertore dell’eliocentrismo, fu indotto dalla condanna subita da Galilei (1633) a non esporsi con pubblicazioni su tale argomento. Nel celebre Discorso sul metodo (1637) espose le linee fondamentali del suo pensiero filosofico, che suscitò un ampio dibattito e influenzò la corrente razionalistica del pensiero moderno. In esso sono indicate le regole, ispirate al modello matematico, con cui la mente può affrontare efficacemente qualsiasi problema conoscitivo; sono consigliati i princìpi di una conformistica e moderata “morale provvisoria”, sintomatica del carattere estremamente prudente dell’autore; viene superato ogni dubbio scettico con la certezza dell’esistenza dell’io (“cogito, ergo sum”), fondamento di una nuova metafisica approfondita nelle opere successive (Meditazioni metafisiche, 1641), da molti considerata la prima grande sintesi filosofica dell’età moderna.