carestia

Situazione di mancanza dei viveri necessari alla sopravvivenza di una popolazione. Può derivare da cause naturali o artificiali. Sono cause naturali le avverse condizioni atmosferiche, le inondazioni o la prolungata siccità, le catastrofi naturali, le invasioni di animali (locuste, cavallette) che devastano i campi. Sono cause artificiali le guerre e le rivoluzioni, con il loro portato di saccheggi, paralisi commerciali, scarsità di manodopera. Anche la “desertificazione” di terreni deteriorati da un uso scriteriato (monoculture intensive e deforestazioni) può causare fenomeni di carestia. Effetti economici delle carestie sono le crisi commerciali e industriali, dovute al rincaro dei prodotti di prima necessità con conseguente calo generalizzato dei consumi, degli investimenti e dell’occupazione. Effetti sociali sono l’aumento del tasso di mortalità per denutrizione, la diffusione di epidemie e l’aumento della criminalità, dei disordini sociali e delle guerre. Con le epidemie e le guerre, le carestie furono uno dei tre fattori principali dell’elevato tasso di mortalità nell’era preindustriale. Sono innumerevoli gli episodi di carestia, documentati da fonti storiografiche e letterarie, a partire dall’antichità e fino alle soglie della rivoluzione industriale. Tra le tante, merita di essere ricordata la carestia che colpì l’intera Europa nel triennio 1315-17, la quale arrestò il plurisecolare andamento demografico del continente e avviò la crisi del Trecento. Il progresso tecnico ed economico degli ultimi secoli ha notevolmente ridotto, ma non annullato, i rischi di carestia. Difficoltà locali possono essere compensate con il commercio con l’estero; la varietà alimentare consente di sostituire un alimento carente con altri; le tecniche agronomiche e, in prospettiva, le biotecnologie aumentano la produttività dei suoli. Fenomeni locali di carestia, comunque, hanno continuato a prodursi anche in età contemporanea, sia per cause naturali (Irlanda 1845-47), sia per cause artificiali (l’URSS negli anni del “comunismo di guerra”). Continuano a essere esposti a rischi di carestia (che periodicamente si verificano) soprattutto i paesi sottosviluppati (numerosi paesi africani ne furono colpiti negli anni Settanta, Ottanta e Novanta), che non sono in grado di compensare con le importazioni i problemi di un’agricoltura ancora arretrata e soggetta a gravi fasi di crisi.