Adriano, Publio Elio

(Italica, Spagna, 76, † Baia 138). Imperatore romano dal 117 al 138. Rimasto orfano in tenera età, fu adottato ed educato da Traiano di cui sposò nel 100 la pronipote Vibia Sabina. Ricoprì in giovinezza numerose cariche, dapprima di carattere militare. Divenuto imperatore Traiano, fu, tra l’altro, questore imperiale, pretore, consul suffectus, arconte di Atene e, probabilmente nel 114, governatore della Siria. La sua adozione come successore, avvenuta in circostanze misteriose, fu considerata fittizia dagli storici e biografi antichi. Convalidata la sua adozione da parte di un senato riluttante, Adriano, consapevole del fatto che era pericoloso continuare con una politica di conquista, preferì rinunciare all’Armenia, all’Assiria e alla Mesopotamia e nel 118, tornò a Roma per celebrare in onore di Traiano il trionfo sui parti. La classe senatoria più conservatrice non approvò questa brusca virata rispetto alla politica del suo predecessore e l’imperatore, da parte sua, cercò in ogni modo di conciliarsi l’opinione pubblica con spettacoli gladiatorii, donativi, remissioni dei debiti. Dal 119 cominciò a visitare le province con una serie di viaggi di cui abbiamo notizia da Dione Cassio e che si sarebbero protratti fino al 134. Fu tra l’altro in Britannia, dove fece costruire il Vallo, ciclopica opera di fortificazione che si estendeva per 107 km da Newcastle a Bowness, in Oriente, ad Atene, a Gerusalemme e in Egitto. La sua politica di pacificazione dell’impero non ebbe successo in Giudea. L’edificazione di un tempio dedicato a Giove Capitolino sulle rovine di quello di Jahvé a Gerusalemme scatenò infatti una rivolta capeggiata da Simone Bar Kokheba (132-35) che l’imperatore represse nel sangue. La provincia di Giudea mutò il suo nome in Syria Palaestina con capitale Colonia Aelia Capitolina in luogo di Gerusalemme; gli ebrei, ai quali fu vietato sotto pena di morte di mettere piede nella città, furono definitivamente distinti dal nascente cristianesimo, trattato nel complesso con tolleranza da Adriano. L’imperatore ritornò a Roma definitivamente nel 134. In ambito amministrativo la sua politica fu largamente positiva: riorganizzò l’esercito, creò un corpo di funzionari dell’ordine equestre per le mansioni fino ad allora esercitate dai liberti imperiali, controllò e soppresse ogni forma di estorsione nelle province, si sforzò di riorganizzare l’amministrazione della giustizia. A testimonianza del suo amore per l’arte restano ancora oggi grandiosi monumenti come il tempio di Venere a Roma, il Pantheon, il Mausoleo (Castel Sant’Angelo) e, sulle rive del Tevere, la villa di Tivoli. Gli succedette Antonino Pio.