Caracalla, Marco Aurelio Antonino

(Lione 186, † Carre 217). Imperatore romano dal 211 al 217. Primogenito di Settimio Severo e di Giulia Domna, fu soprannominato Caracalla per la tunica gallica che soleva indossare. Fu nominato Cesare nel 196 e Augusto nel 198. Dopo la morte del padre (211), fece uccidere il fratello minore Geta e scatenò terribili persecuzioni, mentre fu concessa un’amnistia ai criminali. Per accattivarsi le simpatie dell’esercito aumentò gli stipendi dei soldati acuendo la pressione fiscale. L’emissione dell’Antoninianus, una moneta dall’argentatura più consistente se paragonata ai denarii, ma il cui valore nominale era sempre eccessivo rispetto al valore intrinseco del metallo, invece di risolvere le difficoltà finanziarie, scatenò una galoppante inflazione. Tra il 212 e il 213, forse appunto nella speranza di accrescere le entrate pubbliche con le tasse di successione che i soli cittadini romani erano tenuti a pagare, emanò un decreto, noto come Constitutio Antoniniana, che concedeva la cittadinanza romana a tutti gli abitanti residenti nell’impero, con limitate eccezioni. Al di là delle sue motivazioni, l’editto fu un gesto clamoroso che sanciva il grande processo storico di unificazione dei popoli facenti parte dell’impero. Nel 213 Caracalla partì per la Germania dove, dopo una prima vittoria sugli alamanni, pare avesse comprato la pace con il denaro. In Oriente, dopo qualche primo felice risultato come la conquista di Edessa, fallì il suo attacco contro l’Armenia. Fu ucciso a Carre dal suo prefetto del pretorio Opellio Macrino.