Capo Verde

Stato attuale dell’Africa nordoccidentale.

  1. Dalle origini alla dominazione coloniale
  2. Capo Verde indipendente
1. Dalle origini alla dominazione coloniale

L’arcipelago venne scoperto nel 1456 dal veneziano Alvise Ca’ da Mosto, inviato da Enrico il Navigatore di Portogallo. Dal XVI secolo sulle sue coste vennero impiantate piantagioni di canna da zucchero e fu un punto nodale della tratta degli schiavi. Popolato da europei e africani giunti a seguito della tratta, divenne protettorato portoghese nel 1495, colonia dal 1822 e fu dichiarato provincia portoghese d’oltremare nel 1951. Nel 1956 Amilcar Cabral, (originario dell’arcipelago ma trapiantato in Guinea-Bissau), fondò il Partito africano per l’indipendenza della Guinea portoghese e di Capo Verde (PAIGC), che dal 1963 intraprese la lotta armata contro il dominio coloniale. Le vicende della decolonizzazione capoverdiana furono quindi strettamente connesse a quelle della Guinea-Bissau: nel 1973 il parlamento della Guinea-Bissau proclamò unilateralmente l’indipendenza dei due paesi, che fu riconosciuta dall’ONU.

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2. Capo Verde indipendente

Capo Verde ottenne però l’indipendenza dal Portogallo soltanto il 5 luglio 1975, quando la rivoluzione dei garofani (1974) aveva mutato l’assetto politico della madrepatria: l’arcipelago rimase allora unito alla Guinea-Bissau (che aveva già ottenuto l’indipendenza il 10 settembre 1974) in nome della comune lotta anticoloniale, e fu guidato da Louis Cabral (fratello di Amilcar, assassinato nel 1973).


Dopo il colpo di stato militare del 14 novembre 1980 in Guinea-Bissau, João Bernardo Vieira, il nuovo uomo forte del regime, decise di sciogliere l’unione con Capo Verde. L’arcipelago si diede allora una costituzione che instaurava un regime a partito unico guidato dal Partito africano per l’indipendenza del Capo Verde (PAICV); presidente della repubblica fu eletto Aristide Maria Pereira, riconfermato nel 1986.


Nel 1990 fu introdotto il multipartitismo, e nelle elezioni del gennaio 1991 il Movimento per la democrazia (MPD) si affermò sul PAICV; Pereira fu sconfitto e gli subentrò alla presidenza Mascharehnas Monteiro dell’MPD. L’economia del paese rimase particolarmente arretrata e incentrata sull’agricoltura, esercitata d’altra parte in difficili condizioni a causa delle periodiche fasi di siccità. Questa situazione continuò a provocare una forte emigrazione. Il governo varò varie riforme economiche ispirate a criteri di allargamento del mercato, con numerose privatizzazioni.


Nel 1995 l’MPD vinse le elezioni con un vasto margine, ma in quelle del 2001 tornò al potere il PAICV e Pedro Pires, già Primo ministro dal 1975 al 1991, assunse la carica di Presidente, venendo riconfermato anche nel 2006.
Nelle successive elezioni presidenziali del 2011 si impose il candidato dell’MPD Jorge Carlos Fonseca. Benché dal 2007 sia stato escluso dalla lista dei Paesi sottosviluppati stilata dall’ONU, negli anni successivi Capo Verde continuò ad affrontare numerosi problemi di natura economica, tra cui l’aumento della povertà e della disoccupazione, che lo costrinsero a fare ripetutamente appello alla comunità internazionale.

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