Campanella, Tommaso

(Stilo, Reggio Calabria, 1568, † Parigi 1639). Filosofo italiano. Opere principali: Philosophia sensibus demonstrata (1591), La città del Sole (1602), Philosophia realis (1619), Metaphysica (1623). Frate domenicano, ma inquieto esponente (con Telesio e Bruno) del naturalismo italiano, subì quattro processi per eresia, occultismo e pratica di arti magiche. Infervorato profeta di una futura palingenesi spirituale e politica del mondo intero, ordì a Stilo una congiura antispagnola con l’intento di realizzare una repubblica fondata su princìpi teocratici. Scoperto e arrestato dalle autorità spagnole (1599), si finse pazzo e sopportò la tortura per evitare la condanna a morte, ottenendo l’ergastolo in manicomio criminale. Dopo 26 anni di carcere, durante i quali compose le opere migliori, fu graziato. Trascorse gli ultimi anni di vita in Francia, sotto la protezione di Luigi XIII e di Richelieu. Nella sua metafisica, conciliò il sensismo di Telesio con lo spiritualismo agostiniano, in una sintesi che appare avanzata rispetto alla filosofia e alla cosmologia tradizionali aristotelico-tomistiche, ma ancora lontana dalla modernità dei metodi della rivoluzione scientifica e della concezione meccanicistica del mondo. Nell’Apologia pro Galileo (1616) e nella difesa dell’eliocentrismo copernicano si impegnò nella difesa della libertà di pensiero più che nel sostegno argomentato delle teorie scientifiche. Nella Città del Sole – più volte rielaborata con rilevanti modifiche tra il 1602 e il 1614, durante gli anni del carcere – manifestò in forma di utopia (seguendo un genere letterario inaugurato in età moderna da Th. More) il proprio ideale politico-sociale e un programma di rigenerazione spirituale della cristianità. Col pretesto del resoconto di un viaggio dall’isola di Taprobana (Ceylon), presentò l’ideale di una sorta di città-stato (un centro abitato circondato da una campagna coltivata), governata dal Sole o Metafisico, affiancato da tre ministri (Pon per la potenza, Sin per la sapienza e Mor per l’amore), secondo uno schema che ricalca l’unità e trinità di Dio. Mostrò inoltre un’élite governante selezionata in base a criteri di saggezza e doti morali e investita del diritto/dovere di guidare e controllare la moralità dei cittadini. Estendendo all’intera società il comunismo platonico, propose un’articolazione sociale senza proprietà privata, denaro e famiglia, con un’equa e razionale organizzazione del lavoro, in modo da far coincidere l’interesse individuale con quello collettivo. Assegnò allo stato numerose funzioni, tra le quali: il controllo eugenetico degli accoppiamenti, al fine di migliorare la società; l’educazione dei giovani, modernamente impostata sull’esperienza diretta più che sull’apprendimento libresco; l’organizzazione del culto, secondo i principi di una religione naturale che si avvicina a un cristianesimo depurato delle degenerazioni e quindi in grado di riunificare cattolici e protestanti.