cameralismo

Il termine trae la sua origine dalla “camera”, la sala privata del sovrano nella quale era custodito il suo patrimonio finanziario e per estensione il complesso delle sue disponibilità monetarie. Per cameralismo si intende l’insieme delle dottrine sviluppate nei territori tedeschi durante l’età moderna per accompagnare da un punto di vista teorico e sostenere con la persuasività delle argomentazioni razionali e sistematiche il consolidamento degli stati assoluti. In questo senso il cameralismo mostrò una dimensione pratica molto evidente che lo distinse, oltre ad altre caratteristiche di tipo speculativo, da contemporanee dottrine di tipo politico-economico in Francia e in Inghilterra. Scopo delle dottrine cameralistiche era garantire allo stato e soprattutto al suo sovrano un equilibrio economico che permettesse di attingere risorse finanziarie adeguate ai bisogni della politica estera e di raggiungere attraverso la gestione razionale ed efficiente dell’apparato produttivo una sicurezza e un benessere soddisfacente per tutti i sudditi. Il cameralismo si affermò in particolare tra la metà del Seicento e la fine del Settecento nei due stati maggiori del mondo tedesco, l’Austria e la Prussia. L’esperienza distruttiva della guerra dei Trent’anni (1618-48) ebbe certamente un ruolo importante nell’affermazione delle teorie cameralistiche, che conobbero anche un rilevante sviluppo accademico con l’istituzione di cattedre universitarie, attraverso le quali i suoi principi vennero trasmessi ai futuri funzionari statali. Dai primi teorici, come Johann J. Becher (1635-82) e Philipp W. Hörnigk (1638-1712), sino ai cameralisti maturi, come Johann H.G. Justi (1717-71) e Joseph von Sonnenfels (1733-1817), il cameralismo accentuò e sviluppò via via i suoi interessi scientifici, diventando una scienza dello stato con funzioni di coordinamento dell’amministrazione statale per stimolare l’economia del paese ai vari livelli. Attraverso il cameralismo si radicò nella cultura politica tedesca quell’idea della responsabilità dello stato per il benessere e la regolazione del tenore di vita materiale e spirituale dei sudditi che divenne poi una caratteristica fondamentale della concezione dello stato tedesca, anche dopo il tramonto del cameralismo alla fine del Settecento.