Camera del lavoro

Istituzione sindacale italiana, così chiamata per assonanza e in contrapposizione con la camera di commercio. Ispirate al modello delle “borse del lavoro” francesi, sorsero all’inizio degli anni Novanta del XIX secolo, (Piacenza 1890, Milano 1891) come luogo di riunione delle leghe e delle associazioni operaie a livello comunale e provinciale, con funzioni di assistenza, collocamento, documentazione su occupazione e salari, arbitrato in conflitti di lavoro e coordinamento dell’attività sindacale. Con l’intensificarsi dei conflitti sindacali e la crescente politicizzazione dei sindacati, le camere del lavoro persero l’originaria impronta neutrale per schierarsi dalla parte degli operai. Allargarono così la propria influenza (in particolare sulla formazione delle federazioni nazionali di categoria) e le proprie prerogative, diventando un elemento centrale dell’organizzazione sindacale, anche nel campo dei rapporti con i partiti e le pubbliche amministrazioni. Tra i principali bersagli dello squadrismo fascista nel 1921, furono sciolte nel 1926 dal regime. Rinacquero nel 1945 a opera della CGIL unitaria. Dopo le scissioni sindacali da cui nacquero la CISL e la UIL (1948-50), anche le nuove organizzazioni crearono istituti analoghi.