caldei

Antico popolo di lingua semitica, forse originario dell’Arabia orientale. Penetrato nella Mesopotamia meridionale alla fine del II millennio a.C., si assimilò poi profondamente agli aramei e si impegnò in una lunga lotta contro il predominio degli assiri. All’inizio del IX secolo a.C. i caldei, coalizzatisi con gli aramei e con l’Elam, furono sconfitti dal sovrano assiro Shamshi-Adad V. Nella prima metà dell’VIII secolo a.C. alcuni capi tribali di questo popolo riuscirono a inserirsi nella crisi babilonese (Babilonia) e si alternarono al potere della città. Solo nel 710 a.C. il sovrano assiro Sargon riuscì a cacciare dal trono babilonese il caldeo Merodach-Baladan, mentre nel 700 a.C. il suo successore, Sennacherib, lo sconfisse nuovamente e nel 689 a.C. scongiurò momentaneamente il ritorno al potere dei caldei con la distruzione di Babilonia. Nonostante la temporanea disfatta, la lotta dei caldei in funzione antiassira non si attenuò, anzi si avvalse di una nuova alleanza con l’Elam che, se non riuscì a impedire ad Assurbanipal di ristabilire il proprio dominio sulla Mesopotamia (e provocò anche la caduta dell’Elam), nel 626 a.C. portò comunque al definitivo insediamento di un capo caldeo, Nabopolassar, sul trono di Babilonia. Ebbe così inizio per questa città la fase caldea che, durata fino alla conquista di Ciro il Grande (539 a.C.), costituì l’ultimo periodo di grande splendore per la sua civiltà.