Buonarroti, Filippo

(Pisa 1761, † Parigi 1837). Cospiratore e uomo politico italiano. Discendente dalla famiglia di Michelangelo Buonarroti, fu un acceso sostenitore della Rivoluzione francese. Mandato in esilio in Corsica, fondò il giornale l’“Amico della libertà italiana”. Nel 1793 ottenne la cittadinanza francese. Giacobino e fautore della politica di Robespierre, fu arrestato dopo la reazione termidoriana. In prigione conobbe Babeuf e aderì alle sue idee egualitarie e comuniste, che divennero la finalità suprema di tutta la sua futura attività di cospiratore (babuvismo). Nel 1796 partecipò alla “congiura degli eguali” e fu quindi nuovamente incarcerato e poi mandato al confino. Nel 1806 fondò a Ginevra, con intenti antinapoleonici, la società segreta dei filadelfi. Nell’età della Restaurazione, entrò nella carboneria, che riformò cercando di sensibilizzarla a finalità sociali. Costituì quindi un’organizzazione internazionale di società segrete, nota come i “sublimi maestri perfetti”, diffusa in tutta l’Europa centro-occidentale. Il fine era conciliare la promozione di moti insurrezionali caratterizzati da programmi costituzionali moderati (compito delle società di primo livello dell’organizzazione: carboneria, adelfi, filadelfi) con la preparazione di future rivoluzioni democratiche (secondo livello, coordinato a Ginevra dal Gran Firmamento) e, infine, socialiste (terzo livello, riservato al ristrettissimo Comitato Direttivo di Parigi, guidato dallo stesso Buonarroti). Nel 1828 scrisse La congiura per l’uguaglianza, detta di Babeuf. Nel 1830 cercò di promuovere un’invasione della Savoia e del Piemonte, in seguito alla rivoluzione parigina, ma il nuovo governo francese non approvò l’iniziativa ed egli vi rinunciò. Dopo la fondazione della Giovine Italia (1831), collaborò con Mazzini, che ne recepì gli ideali democratici, fino al fallimento della spedizione in Savoia del 1834. Accusò quindi Mazzini di avventurismo per l’impreparazione politica e organizzativa delle insurrezioni. Nel 1832 fondò la setta dei Veri Italiani, dapprima in contatto e poi (1834) in competizione con la Giovine Italia, ma la nuova organizzazione non ebbe molto successo. Passò gli ultimi anni della sua vita nell’isolamento, per la nascita e la concorrenza di nuovi movimenti rivoluzionari, come quello capeggiato da Blanqui.