Bucharin, Nikolaj Ivanovic

(Mosca 1888, † ivi 1938). Uomo politico sovietico. Entrato appena diciottenne nel partito bolscevico, ne divenne uno dei capi più prestigiosi sia per le capacità di elaborazione teorica sia per l’energia rivoluzionaria. Tornato in Russia dopo un lungo esilio (1911-17) entrò nel Comitato centrale del partito ed ebbe un ruolo importante nell’organizzazione della rivoluzione d’ottobre del 1917. Dal 1919 al 1929 diresse la “Pravda”, organo ufficiale del partito. Dopo essere stato uno dei maggiori sostenitori del “comunismo di guerra”, mutò integralmente linea, diventando un acceso fautore della NEP, la politica economica voluta da Lenin per superare la crisi economica e sociale causata dalla guerra civile, che comportò il rilancio dell’alleanza fra operai e contadini e una certa liberalizzazione del mercato agricolo, vista come lo strumento di un graduale sviluppo delle campagne che avrebbe aiutato l’industrializzazione. Coerentemente con queste posizioni, alla morte di Lenin (1924) si avvicinò a Stalin appoggiandolo nello scontro con Trockij e l’opposizione di sinistra nel partito, che intendeva liquidare la NEP. Dal 1926 al 1929 fu anche presidente della Terza Internazionale. Nel 1929 cadde in disgrazia, poiché si oppose alla decisione di Stalin di sopprimere l’economia privata nelle campagne in vista della collettivizzazione e dell’industrializzazione forzate. Radiato dall’ufficio politico, relegato a ruoli del tutto marginali, partecipò ancora alla stesura della costituzione del 1936, ma nel 1937 fu arrestato, processato per tradimento, condannato con false prove e fucilato (1938). Con la perestrojka di M. Gorbacëv è stato riabilitato (1988) dall’accusa di tradimento. Tra le sue opere: L’economia mondiale e l’imperialismo, L’ABC del comunismo (con E. Preobrazenskij), Teoria del materialismo storico.