Bossi, Umberto

(Cassano Magnago, Varese, 1941, viv.). Uomo politico italiano.

Fondò nel 1984 la Lega Lombarda e, nel 1989, la Lega Nord, di cui divenne il leader. Entrò in parlamento come senatore nel 1987. Nel 1994 formò con Forza Italia e Alleanza Nazionale la coalizione elettorale del Polo delle libertà, che vinse le elezioni e governò il paese, ma nel dicembre dello stesso anno, staccandosi dalla coalizione, attuò il “ribaltone” che fece cadere il governo Berlusconi. Nel 1996 proclamò la nascita della nazione padana, con un proprio parlamento a Mantova, dando al suo progetto federalista un carattere secessionistico. All’opposizione durante i governi Prodi (1996-98), D’Alema (1998-2000) e Amato (2000-01), riallacciò i rapporti con il polo del centrodestra al principio del 2000, contribuendo a formare la coalizione “Casa delle Libertà” che si affermò alle elezioni politiche del 2001.

Ricoprì l’incarico di Ministro per le Riforme nel secondo governo Berlusconi. Nel 2004, dopo essere stato colpito da un grave ictus cerebrale, lasciò l’incarico di governo per assumere quello di deputato presso il Parlamento europeo. Dopo la sconfitta subita dalla coalizione del centrodestra nelle elezioni del 2006, restò all’opposizione durante il secondo governo Prodi. Negli anni successivi rinsaldò l’alleanza politica con il PdL di Berlusconi e Fini e con il Movimento per le Autonomie (MPA) di Raffaele Lombardo, guidando il proprio partito alla vittoria nelle successive elezioni anticipate del 2008 e contribuendo in maniera significativa al successo della coalizione di centrodestra. Ricoprì l’incarico di Ministro per il federalismo nel quarto governo Berlusconi.

Oggetto di latenti contestazioni all’interno del proprio partito nel 2011, all’indomani della formazione del governo Monti, guidò la Lega all’opposizione, sancendo di fatto la rottura dell’alleanza con Berlusconi e il PdL. Nell’aprile 2012, in seguito a uno scandalo legato alla presunta appropriazione indebita di fondi del partito da parte di alcuni membri della sua famiglia, rassegnò le dimissioni da segretario della Lega, affidandone la gestione temporanea a un triumvirato composto Roberto Maroni, Roberto Calderoli e Manuela Dal Lago. Nominato alla presidenza del partito, nel successivo congresso federale dell’estate 2012 fu sostituito alla segreteria da Roberto Maroni.