Bonald, Louis Gabriel Ambroise

(Monna, Milhau, 1754, † Lione 1840). Uomo politico e filosofo francese. Opere principali: Teoria del potere politico e religioso nella società civile (1796), La legislazione primitiva (1802), Ricerche filosofiche sui primi oggetti delle conoscenze morali (1818). Emigrato in Germania durante la Rivoluzione francese, fu, con J. de Maistre, uno dei principali esponenti del pensiero “controrivoluzionario” e del “tradizionalismo”: una corrente che, sviluppatasi negli anni a cavallo tra la Rivoluzione e la Restaurazione, elaborò una critica radicale nei confronti della cultura moderna e dell’Illuminismo in particolare. Sostenne che la conoscenza dei valori morali deriva da una rivelazione originaria di Dio, custodita dalla tradizione. Condannò quindi ogni ribellione all’autorità della Chiesa e dei dogmi della fede come destinata ad avere conseguenze nefaste. Vide nella dottrina protestante del libero esame, nell’ideologia del progresso, nel liberalismo politico e nella rivendicazione della libertà di pensiero la causa della dissoluzione della società moderna, il cui simbolo è la Rivoluzione francese. Esaltò la tradizione, vero linguaggio della rivelazione divina; attribuì legittimità solo al potere che deriva da Dio e di cui sono investiti la chiesa cattolica e i re; concepì la famiglia e lo stato secondo lo schema della trinità divina, alla quale devono ispirarsi i rapporti tra padre, madre e figli e tra sovrano, ministri e sudditi.