guerra fredda

L’espressione “guerra fredda” è stata coniata nel 1947 per definire quello stato delle relazioni internazionali che si andò delineando all’indomani della seconda guerra mondiale (1939-45) e che fu caratterizzato da una conflittualità senza precedenti – politica, economica e ideologica – tra Stati Uniti d’America e Unione Sovietica e, al tempo stesso, dall’impossibilità pratica (se non teorica) di risolverla attraverso il tradizionale strumento della guerra, dato il potenziale raggiunto dalle armi di distruzione di massa nell’era atomica (armi e armamenti). A rigore, con “guerra fredda” si indica il periodo in cui la competizione tra le due superpotenze trovò sfogo nella corsa agli armamenti e che si concluse intorno al 1956 con il raggiungimento della parità termonucleare, la quale segnò il passaggio alla fase più stabile del cosiddetto “equilibrio del terrore”. In un senso più lato, tuttavia, essa comprende l’intero periodo che va dal 1945 al 1989-91. Soprattutto dopo la dissoluzione dell’Unione Sovietica (1991) – vale a dire dopo la crisi e la caduta di uno dei due attori egemoni dell’età bipolare – l’espressione “guerra fredda” ha finito per identificare quella sorta di “terza guerra mondiale” che, pur non combattuta sui campi di battaglia, si sarebbe comunque conclusa con la definitiva vittoria degli Stati Uniti d’America e dei valori da essi incarnati.