Tagikistan

Stato attuale dell’Asia centrale. Dopo essere stato conquistato dai mongoli nel XIII secolo ed essere diventato nel XVI parte del ducato di Buchara, fu successivamente diviso in diverse entità politiche. Il suo territorio, ricco di materie prime, venne assorbito dall’impero russo negli ultimi due decenni dell’Ottocento. Dopo la rivoluzione bolscevica del 1917, nel 1924 il Tagikistan costituì con l’Uzbekistan una repubblica autonoma, che nel 1929 divenne formalmente una delle repubbliche dell’URSS. Dopo il crollo di quest’ultima, il Tagikistan proclamò nel 1991 la propria indipendenza, entrando quindi a far parte della Comunità degli Stati Indipendenti. Nel novembre di quell’anno l’ex comunista Rakhman Nabijev fu eletto presidente. Contro il suo governo si levò la ribellione dei fondamentalisti islamici, che presero il potere poco dopo. Con l’appoggio di truppe russe, i sostenitori del governo deposto riuscirono ad avere il sopravvento, consentendo così nel 1994 l’elezione a presidente di Imomali Rakmanov. La guerra civile non giunse peraltro al termine e, solo intorno alla fine degli anni Novanta, assunse un andamento favorevole alle forze governative. Nel 1997 fu raggiunto un accordo tra le parti che pose termine allo stato permamente di guerra civile. Gli scontri proseguirono lungo il confine occidentale per la presenza dei ribelli del Movimento islamico dell’Uzbekistan che poterono contare sull’appoggio dei taliban afghani. Nel 2001-02 il paese offrì ampio sostegno all’alleanza antiterrorismo impegnata nella guerra in Afghanistan. Nel 1999, grazie a un emendamento costituzionale, Rakmanov fu rieletto alla presidenza e riconfermato nel 2006. Nonostante le accuse di irregolarità elettorali, il suo partito, il Partito democratico del popolo, detiene stabilmente la maggioranza in parlamento.