Saint Vincent e Grenadine

Stato attuale dell’America centrale. Appartiene al gruppo delle Isole Sopravento. Scoperto da Cristoforo Colombo nel 1498, rimase nelle mani degli indigeni caribi fino agli inizi del XVII secolo, quando iniziarono i primi insediamenti europei. Conteso a lungo tra francesi e inglesi, divenne definitivamente possedimento britannico nel 1783 col trattato di Versailles. I caribi si opposero strenuamente alla dominazione inglese: definitivamente sconfitti nel 1796, dopo una rivolta appoggiata dai francesi della Martinica, essi vennero successivamente deportati in massa nell’isola di Roatán, nell’Honduras, e sostituiti da portoghesi e da abitanti delle altre isole. Dapprima inglobato nella colonia delle Isole Sopravento (1885-1958), divenne membro della Federazione delle Indie occidentali (1958-62), della Confederazione degli Stati Associati delle Indie occidentali (1967) e nel 1979 stato indipendente nell’ambito del Commonwealth britannico. La vita politica del nuovo stato fu caratterizzata dall’alternarsi al governo del Labour Party (1979-84), di ispirazione progressista, e del New Democratic Party (dal 1984), conservatore. Entrambi dovettero affrontare i problemi derivanti dalla mancata autosufficienza del paese sul piano economico. Nel 1987 il primo ministro John Mitchell fu tra i promotori di un’iniziativa tesa a creare una federazione tra gli appartenenti all’Organizzazione degli Stati Orientali dei Caraibi (OECS). Lo stesso Mitchell aderì nel 1988 alla Comunità economica caraibica (CARICOM). Nel 1997 fu confermato per la quarta volta primo ministro James Mitchell del New Democratic Party. Nelle successive elezioni del 2001, del 2005 e del 2010 si affermarono invece i laburisti (ULP) guidati da Ralph Gonsalves, il cui governo annunciò nel 2009 di voler costituire con Trinidad e Tobago, Grenada e Saint Lucia un’unione politica sub-regionale all’interno del CARICOM. Sempre nel 2009 fu respinta, per via referendaria, una nuova costituzione, che, rispetto a quella del 1979, avrebbe dovuto sostituire a capo dello stato la figura del monarca britannico con quella di un presidente regolarmente eletto.